Veronique, poi, spiega: “Non gli hanno mai perdonato nulla. E questo dall’età di 17 anni. Errori, ognuno li fa per tutta la vita. Non ci rendiamo conto che i calciatori sono adolescenti quando iniziano, che devono crescere come uomini. Non sono robot. In Italia la stampa dice che fa male? Non se ne preoccupa e gioca tutte le partite. Vorrei che il grande pubblico sapesse qual è il percorso dei calciatori per raggiungere i massimi livelli. Tutto quello che diciamo è: ‘Sono strapagati, ecc…’ Ma la gente non sa quanto ciò richieda loro sacrifici, una mentalità d’acciao”. Veronique Rabiot è chiamata a dividersi tra il ruolo di mamma e quello di agente: “Capita che ci ritroviamo a parlare e gli do consigli come mamma, lui mi parla e a volte si risparmia delle cose che dovrebbe dire alla Veronique agente. Sono una persona autoritaria, è vero, i miei figli me lo hanno spesso rimproverato. Ma non quello descritto dai media. Non ho mai cercato la luce dei riflettori, non ho bisogno di notorietà. Tra me e Adrien c’è un bel rapporto familiare e lavorativo”. Infine glissa su quanto accaduto sugli spalti durante il match degli Europei tra Francia e Svizzera: “Non posso parlarne, c’è una procedura in corso”.
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