Player of the Season della scorsa Europa League. Miglior crossatore dell’ultimo quadriennio della Bundesliga. Per inquadrare Filip Kostic e il suo peso nell’Eintracht Francoforte potrebbero bastare questi due dati. A trent’anni, l’esterno serbo ha trovato la sua dimensione. Dopo che le prime due esperienze in Germania, a Stoccarda e ad Amburgo, si erano chiuse entrambe con la retrocessione, la scelta di trasferirsi “am Main”, sulle rive del fiume Meno nel 2018 è stata vincente. Da ala si è trasformato in “quinto”, sempre battendo la sua amata fascia sinistra. E il rendimento si è impennato. Merito di Adi Hütter, allenatore attualmente disoccupato dopo una stagione al Borussia Mönchengladbach: è stato lui, a settembre 2018, a convincerlo ad arretrare la posizione di partenza nello scacchiere. Intuizione vincente, per tutti. Compreso Kostic, che ha potuto sfruttare maggiormente il suo impatto fisico avendo più campo da percorrere in avanti.
In fondo, non è mai stato (e non è) un dribblatore tecnico, piuttosto un esterno di forza, di gamba. Con un sinistro telecomandato e una facilità di cross imbarazzante. Doti che hanno fruttato oltre 30 gol e 60 assist nelle 169 presenze con la “Launische Diva” (diva lunatica), in 169 presenze. Compresa la palla d’oro che Borré ha infilato in porta a Siviglia lo scorso 18 maggio, quando le Adler (le Aquile) hanno vinto l’Europa League. Per Kostic è stato il primo trofeo di una carriera professionistica iniziata con il Radnicki di Kragujevac, la sua città natale, in seconda serie serba. Poi il Groningen in Olanda e nel 2014 l’approdo in Germania. Non l’ha più lasciata. In questo momento, però, immaginare il 29enne – saranno 30 a novembre – lontano da Francoforte non è utopia, anzi. Il suo contratto va in scadenza a giugno 2023 e per l’Eintracht un eventuale rinnovo con adeguamento potrebbe non essere sostenibile. Glasner, tecnico dell’Eintracht, dopo la finale si è sbilanciato: «Non penso proprio che partirà, ho parlato con lui».
Il giocatore però sarebbe affascinato da un’esperienza in Italia e l’interesse della Juventus, che si unisce a quello dell’Inter e delle romane, lo lusinga. Potrà chiedere lumi al connazionale Dusan Vlahovic, che la realtà bianconera la conosce bene. Per ora comunque il grande punto di contatto di Kostic con l’Italia, oltre al suo agente Alessandro Lucci, rimane il caffé espresso: la sua macchinetta personale nello spogliatoio è diventata quasi un talismano. «Da quando l’ha comprata è diventato inarrestabile» scherzava il suo compagno e amico Kevin Trapp un paio d’anni fa. A Torino, poco ma sicuro, non avrebbe di questi problemi.