Un uragano di notizie sballotta da due giorni la gente della Juventus, generando ansia e confusione. Siamo di fronte a una delle fasi più delicate della storia bianconera perché lo scenario ha imposto decisioni drastiche e all’orizzonte si intravede un periodo turbolento. Ma le ultime quarantotto ore hanno anche dimostrato che la Juventus è pronta a combattere per la sua gente, che è in mani salde e che non deve temere sconquassi epocali. E più delle rassicuranti parole, affidate da John Elkann a un comunicato, sono gli impegni messi in agenda dalla proprietà (che, va ricordato, è formata anche da Andrea Agnelli, soprattutto adesso) e il piglio con cui sta gestendo la situazione. Da lunedì è ancora più chiaro come la Juventus sia il bene affettivamente più prezioso per la famiglia e quanto gli Agnelli siano disposti a fare per difenderlo. Dalle dimissioni di Andrea alla forte presa di posizione di John arriva un messaggio chiaro: la Juventus va al contrattacco, è pronta a combattere le battaglie legali che la attendono, non molla di un centimetro sul fronte sportivo, dove vuole continuare a vincere. Questo non esclude le difficoltà che dovranno essere superate, ma conforta sul fatto che sia la forte volontà di riuscirci. E chi prospetta un nuovo 2006 alza in modo un po’ spericolato il livello di catastrofismo e non solo perché la Juventus, questa volta, si difenderà, ma anche perché lo scenario giudiziario che deve affrontare comporta rischi inferiori. Non che siano veniali i reati contestati da Consob e Procura, ma prima vanno dimostrati in aula e comunque restano – almeno da quanto si sa finora – in un recinto che non contempla finali catastrofici come, per esempio, la retrocessione.
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