“Una gara che sembrava lunga un mese”. Eppure non fu una guerra, quel Samp-Piacenza, anzi. Ma un arbitro già intransigente di suo decise di far piovere cartellini come non mai…
Otto di qua, nove di là. La partita finì così, con i giocatori contati e l’arbitro che era partito per la tangente, e avrebbe sventolato il cartellino rosso a chiunque, forse anche a un paio di steward che passavano di lì, agli spettatori di Marassi increduli, al casellante sulla strada di ritorno verso casa. Erano partiti in ventidue, erano rimasti in diciassette. Otto di qua, nove di là. Record di espulsi – cinque – in Serie A. E chi l’aveva mai vista una partita così? Cacciati Balleri, Franceschetti, Dieng, Rossi e Piovani, i primi tre della Samp, gli altri due del Piacenza. Quella domenica – 19 ottobre 1997 – aveva vinto la Samp, 3-1, ma il risultato fu la cosa meno importante di una giornata che sarebbe rimasta nella storia del nostro calcio. Perché quello è ricordato come il giorno di ordinaria follia dell’arbitro Roberto Bettin, della sezione di Padova, ufficio cartellini rossi.