Zlatan Ibrahimovic non ha ancora voglia di appendere gli scarpini al chiodo, nonostante i 40 anni compiuti il 3 ottobre scorso. Lo ha raccontato lo stesso attaccante svedese del Milan in un’intervista al sito della Uefa: “Il futuro deve ancora essere scritto, non faccio programmi e vediamo cosa succede. Non voglio ritirarmi e poi dire che avrei potuto continuare, perché me ne pentirei per il resto della vita. Voglio giocare il più a lungo possibile. La realtà è che giocherò finché non vedrò qualcuno più bravo di me, quindi gioco ancora. So che un giorno mi fermerò e che non avrò più quell’adrenalina. È un problema per ogni giocatore, perché giochi a calcio per avere adrenalina e non puoi fare nient’altro perché siamo programmati così. Ogni giorno facciamo la stessa cosa. Ci svegliamo, ci prepariamo, ci alleniamo, mangiamo e ci riposiamo. Il giorno dopo è uguale. Fai queste cose per 20 anni e in cambio ricevi adrenalina. Quando improvvisamente ti fermi, viene a mancare tutto, allora devi ricominciare da zero e iniziare qualcosa di nuovo“.
Ibrahimovic, il Milan e la Champions che manca
Ibra è felice al Milan: “Gioco con molta emozione perché è un club che mi ha dato la felicità, mi ha dato tanto e penso di aver trascorso più anni qui che in tutti i club che ho rappresentato. È stato bello (tornare in Champions League, n.d.r.). È un torneo fantastico. Ho segnato alcuni gol che mi sono piaciuti molto e ho avuto l’opportunità di affrontare le migliori squadre e i migliori giocatori d’Europa. Come mi sento a non averla mai vinta? In due modi: vincerla sarebbe fantastico, non vincerla non mi cambierebbe come giocatore. Vincerla non significherebbe essere un giocatore migliore, perché sono già il migliore, ed è stato dimostrato che il migliore (che per Ibra è Ronaldo il “Fenomeno”, n.d.r.) non vince tutto”.