MILANO– Notte degli esami per il Milan. Perché arriva un’altra pericolante e perché quello del gol, dopo il doppio 0-0 con Bologna e Torino negli ultimi 180’ di campionato, inizia a diventare un problema serio. L’ultima abbuffata San Siro l’ha fatta il 6 gennaio (3-1 alla Roma). Poi il popolo tifoso è andato a pane acqua: 1-2 con lo Spezia, 0-0 con Juve e Bologna, 1-1 con l’Udinese e doppio 1-0 con Empoli e Samp. Al netto delle giustificate lamentele per quanto avvenuto con Spezia (mancato vantaggio concesso a Messias dall’arbitro Serra sul gol del possibile 2-1) e Udinese (pari segnato da Udogie con un tocco di braccio ma il Var non aveva immagini chiare per correggere l’arbitro), il diagramma dei rossoneri in casa è molto diverso rispetto a quello segnato da Inter e Napoli. Il Milan ha segnato appena 23 gol in casa, contro i 38 dei cugini e i 27 della squadra allenata da Luciano Spalletti , ancor più marcata la differenza se l’analisi viene focalizzata sul rendimento dei singoli. Mentre il Diavolo ha solo tre giocatori che hanno segnato più di 2 gol in casa (6 Leao , 5 Giroud e 2 Kessie ), l’Inter ne ha ben otto e il Napoli ne ha cinque. Questo spiega i 5 punti raccolti in più dall’Inter a San Siro rispetto ai cugini, nonostante il Milan abbia vinto proprio il derby giocato in terra avversaria e spiega pure perché la capolista -pur virtuale- sia soltanto quinta in campionato per punti raccolti davanti ai propri tifosi . Problema che – come sottolineato, al netto dei torti arbitrali subiti – si fa più evidente se viene preso in esame soltanto il rendimento contro le squadre della seconda metà di classifica, contro cui il Milan ha raccolto 20 dei 27 punti disponibili. Vero è che gli scudetti spesso li vince chi fa meno gol ma altra condizione fondamentale è essere “spietati” contro le medio-piccole: e qui la formazione allenata da Stefano Pioli ha clamorosamente dilapidato quanto di buono fatto negli scontri diretti con le grandi. Drammatico, in tal senso, il peso dell’assenza prolungata di Zlatan Ibrahimovic che, un campionato fa, aveva segnato entrambi i gol nel 2-0 al Bologna, realizzato una doppietta col Crotone e salvato i rossoneri dalla sconfitta contro il Verona con un gol al 92’. Non si fa peccato a pensare che, con lui in campo, la musica – proprio contro le medio-piccole a San Siro – sarebbe stata tutt’altra per le qualità che appartengono al suo dna. In tal senso, il Genoa di Alexander Blessin è un clientelaccio: non devono ingannare le due sconfitte patite con Lazio e Verona negli ultimi turni di campionato. Il calcio tutto pressing dei rossoblù sembra disegnato apposta per minare le certezze di un Milan che già arriverà alla sfida di stasera con le scorie per il doppio 0-0 nelle ultime due giornate. Fondamentale, in tal senso, dare un segnale forte di svolta anche perché il calendario si impennerà nelle prossime giornate. Il tutto senza dimenticare come una bella vittoria contro il Genoa può essere viatico per fare un gran derby di Coppa Italia dove, dopo lo 0-0 dell’andata, ci si gioca la possibilità di andare in finale. Il che sarebbe tutt’altro che banale, non fosse altro perché quel trofeo manca dalla bacheca rossonera dal 2003 e ci sarebbe l’occasione per lavare via il ricordo delle finali perse nel 2016 e nel 2018 contro la Juve che, dopo aver sbancato Firenze, ha già un piede e mezzo all’Olimpico.
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