Era il portiere della nazionale, forte e spericolata, a 24 anni diventò la prima donna del calcio femminile italiano a finire nel tritacarne mediatico: squalificata per una sostanza che non era doping…
La colpa era di essere bella, molto bella. I capelli corvini, gli occhi di carbone, i tratti del viso spigolosi dunque affascinanti, il fisico sinuoso, da modella prestata al calcio. La conseguenza era di risultare antipatica, perché quello è spesso il destino dei belli: la bellezza dà fastidio, se non è la tua. Eva Russo aveva ventiquattro anni quando finì in prima pagina. Squalificata per uso di sostanze dopanti. Era il febbraio del 1990.