MILANO – Mourinho resta e resterà per sempre il simbolo dell’Inter del Triplete. Oggi alle 18, i 75 mila di San Siro lo lo accoglieranno con valanghe di cori e applausi. Perché se è vero che lo “Special One” è fuggito dall’Inter nella notte di Madrid, rimane comunque l’uomo capace di riportare i colori nerazzurri in cima all’Europa. Inter-Mourinho c’eravamo tanto amati? Forse è eccessivo dirlo e anche lui dopo la gara di Coppa Italia era stato esplicito nelle dichiarazioni, ma ci sono stati eventi e parole che dal 2019 ad oggi hanno senza dubbio allargato le distanze, piuttosto che riavvicinarle. Ovviamente il fatto che Mourinho abbia deciso di tornare in Italia in un altro club diverso dall’Inter, è servito a indispettire gli irriducibili del tifo. Il portoghese in verità sarebbe tornato in nerazzurro, ma Beppe Marotta, aveva fin da subito chiuso la porta perché il suo obiettivo era Antonio Conte e anche dopo la partita di coppa Italia contro i giallorossi dello scorso 8 febbraio, il dirigente interista, aveva risposto che un eventuale ritorno di Mou non era mai stato preso in considerazione. Parole trancianti che non lasciarono indifferente il tecnico di Setubal che decise di annullare le conferenze stampa pre-partita, così come quella di ieri (per via della designazione di Sozza?). Fra l’altro sempre Mourinho e Marotta erano stati protagonisti di un botta e risposta in estate, quando il portoghese durante la presentazione da allenatore della Roma disse: “Non sono qui in vacanza, tra tre anni mi immagino a festeggiare. Non lavoriamo per vittorie isolate, sarebbe più facile; sarebbe facile vincere e poi non poter pagare gli stipendi”. Chiaro riferimento al posticipo richiesto dall’Inter del pagamento di alcune mensilità durante l’annata condizionata dalla pandemia. Adesso Mourinho è di nuovo sulla strada degli interisti: rimarrà l’amico dei nerazzurri, o complicherà il cammino della squadra di Inzaghi?
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