NAPOLI – “Oggi c’era un’aria bella, un sentimento bello di rendere onore a questa festa per Insigne, anche da parte dei compagni di squadra, anche se nel primo quarto d’ora siamo stati un po’ frenati, loro sono stati bravissimi, ci sono venuti a sfidare, ci si sono buttati addosso e non siamo mai riusciti ad uscire dalla nostra metà campo. Poi quando siamo riusciti a far valere la qualità con i passaggi per uscire nello stretto qualche situazione l’abbiamo creata. Ma all’inizio abbiamo sofferto“. È questa l’analisi, ai microfoni di Dazn, del tecnico del Napoli Luciano Spalletti dopo il 3-0 inflitto al Genoa, nell’ultima al Maradona di Insigne: “Ho preso in braccio Lorenzo? Con professionisti, professionali, come lui… perché durante la stagione è sempre stato uno dei primi ad arrivare al campo, si è sempre allenato, quando non l’ho fatto giocare o entrare al secondo tempo, anche se all’inizio ci è rimasto un po’ male, è sempre entrato bene e ha dato il giusto contributo alla squadra. È uno di quei calciatori che qualche volta ti fa anche arrabbiare, però quando non lo hai rimpiangi subito di non averlo a disposizione. Fa parte di quella cerchia di calciatori che dal nulla ti creano la soluzione, è uno di quei prestigiatori del calcio, come Baggio, Del Piero, Totti, che tutti gli allenatori vorrebbero avere perché ti possono far vincere le partite. Come anche Ferrara (ospite in studio, ndr)? Ciro poteva giocare in allenamento il lunedì e il martedì, mentre il mercoledì e il giovedì che si gioca a pallone poteva restare a casa“, scherza l’allenatore toscano.
Spalletti: “Troppe critiche al Napoli”
“Dichiarare chiaramente gli obiettivi ad inizio stagione per evitare delusioni? Sarebbe troppo facile così… Più che altro danno fastidio le differenze. Ci sono delle squadre che non sono in lotta per la Champions e che hanno però delle grandissime squadre a disposizione e potevano essere benissimo al nostro posto, che hanno fatto grandi partite nel corso di questa stagione e sono distanti. Ormai le squadre sono otto, perché la Fiorentina è dentro questa cerchia di squadre che hanno il potenziale – in base a quello che succede – per inserirsi: hanno un 50% di possibilità. Poi è chiaro che noi, con quello straordinario inizio, ci eravamo ritagliati uno spazio che ci è dispiaciuto non poter restare con quella classifica lì fino in fondo e ci dispiace e ci ridispiace. Però, poi, non possiamo dimenticare quello che è stato il nostro lavoro, che poi è stato il mio dibattito in questi giorni: la ricerca volta al cancellare quello che è stato fatto è scorretto. C’è rimpianto e c’è rimorso perché non abbiamo lottato fino all’ultima giornata di campionato, ma la squadra ha fatto un grande campionato e nessuno gli ha dato merito. Dopo una sconfitta quello che pesa di più è il morale dei calciatori: penso ad Empoli, dove sembrava dovessimo rimettere a posto delle cose. In realtà noi dopo quella partita abbiamo avuto tre gare difficilissime contro avversari forti, e sono state gare bellissime, facendo 10 gol, dove sono stati dei professionisti seri… e non importa a nessuno. Non è corretto. Se nessuno gli dà meriti, glieli do io. Nessuno direbbe niente se a questi ragazzi non gli si facessero critiche, ma visto che gliene vengono fatte, non posso non reagire. Si può dire quello tutto, ma il campionato fatto dai miei calciatori è stato di alto livello, sono stati bravi“.
Spalletti su Insigne e Mertens
“Che Napoli sarà senza Insigne? Io ho cominciato a rimpiangerlo nel momento esatto in cui mi è stato detto che sarebbe andato via. Però poi è chiaro che è una scelta che va accettata e che bisogna andare a ritrovare la stessa qualità e le stesse caratteristiche di questi calciatori che tutti gli allenatori vorrebbero tirar fuori dal cassetto al momento del bisogno. Mertens? Lui oltre che qualità, imbucate e grandissima tecnica, è bravissimo a fare gol. Gli si respira sulla pelle questa qualità. C’è stato un momento oggi in cui ha fatto uno scambio, non è andato a buon fine, la palla gli è tornata e con la coda dell’occhio ha visto il portiere un po’ fuori e ha tirato in porta. Sono quelle sensazioni, di vedere lo spiraglio per andare a prendere il massimo premio. È dove lo faceva giocare Sarri che si raccoglierebbe il massimo da lui. Mertens rimane? Io penso di sì, il presidente ci ha parlato, la differenza la faranno le cose che riguardano calciatore e società, ci sono di mezzo un po’ di soldini, le intenzioni… Conta molto per essere stimolati, contenti a rimettersi a disposizione“, conclude Spalletti.