TORINO – La Juventus continua la marcia su Paul Pogba. L’obiettivo è quello di chiudere in fretta per evitare ogni tipo di rischio. A partire dal possibile ritorno in panchina di Zinedine Zidane, corteggiatissimo dal Psg. Così Pavel Nedved, grande regista dell’operazione Polpo bis, nei giorni scorsi è passato dalle telefonate agli incontri di persona. Il vicepresidente bianconero è stato avvistato in compagnia del 29enne centrocampista francese in un luogo classico del mercato estero. Stando a quanto filtra dagli ambienti vicino a Pogba, un faccia a faccia per far capire a Paul quanto la Juventus voglia ripartire dal suo mix di qualità e potenza. E quanto tutti alla Continassa, dalla dirigenza al tecnico Massimiliano Allegri, intendano mettere il grande ex al centro del progetto per far decollare il nuovo ciclo.
Una bella chiacchierata, nella quale probabilmente Nedved avrà fatto valere tutto il suo carisma, però non ancora risolutrice. Già, perché Pogba ha sì deciso di lasciare ancora il Manchester United a parametro zero, come dieci anni fa (in mezzo gli inglesi lo hanno riacquistato per 105 milioni più bonus), ed è veramente sempre più convinto di ripartire dalla sua amata Juventus e dal tecnico (Allegri) che più lo ha esaltato a livello di club. Però Paul non ha ancora acceso il semaforo verde. E non è soltanto perché ha sul tavolo delle offerte più ricche di quella che la Juventus ha presentato la scorsa settimana all’avvocato Rafaela Pimenta, la socia di Mino Raiola diventata plenipotenziaria dell’agenzia dopo la scomparsa del super agente italo-olandese. Pogba ha già messo in conto di guadagnare meno in bianconero (7.5 milioni più bonus) rispetto ai 13 milioni netti più bonus dei sei anni inglesi che il Psg è disposto a confermargli sotto la Tour Eiffel. Ma più che i soldi, è l’ombra di Zidane a far riflettere il campione del mondo.
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