TORINO – Una “ola” per… Ola. Per quanto fatto vedere in questo avvio di stagione Ola Aina si candida di diritto a entrare nel gruppo di giocatori che, attraversata una fase buia della carriera, in questo Toro si sta ritrovando e proponendo ad alti livelli. L’anglo-nigeriano (è nato a Southwark, sobborgo londinese, ma gioca per la Nazionale nigeriana) ha sempre avuto lampi, in campo, ma spesso contro di lui gli allenatori hanno pure tuonato. Una certa vaghezza nell’interpretazione del ruolo soprattutto in fase difensiva, qualche errore tecnico di troppo in particolare al momento del cross, e un approccio alla gara non sempre ferocemente determinato hanno portato vari tecnici ad avere più di un confronto franco e diretto, con l’esterno. Il quale nella passata stagione ha attraversato picchi nelle due direzioni: molto buono l’avvio di campionato, deludente al rientro dalla Coppa d’Africa, nuovamente mentalizzato sul finire dell’annata. «Al rientro dalla Coppa d’Africa non si è allenato bene – spiegava Juric – Con lui avevamo portato avanti un lavoro importante, tanto che ha finito il girone d’andata disputando una partita strepitosa contro l’Inter. E a tutti i livelli: fisico, tecnico e tattico. Poi è andato in Coppa d’Africa e, quando è tornato, non si è più allenato con l’intensità che aveva all’inizio».
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