MILANO– L’uomo che sta tenendo a galla l’Inter nella volata col Milan ha trentatré anni e il contratto in scadenza. Un tipo vincente nel dna, come prova il Triplete conquistato nella stagione al Bayern, prima di tornare a Milano, finalmente convinto di poter fare il “braccetto” nel 3-5-2 contiano (scelta che ha portato in dote uno scudetto vissuto da protagonista). Se l’Inter è uscita dal lungo letargo invernale, molto del merito va dato a Ivan Perisic. Sono i numeri a certificarlo: ha segnato due gol nelle ultime due gare giocate dall’Inter (sbloccando sempre il risultato a Bologna e Udine, anche se il risultato finale ha sorriso ai nerazzurri soltanto domenica al Friuli) e, nelle precedenti sei gare di campionato, ha confezionato cinque assist (solo a Torino è rimasto a secco, ma lì decisivo è stato il rigore di Calhanoglu). Un rendimento che si è impennato dopo il ritorno in gruppo di Robin Gosens, a dimostrazione del teorema in base a cui la concorrenza in squadra possa fare soltanto bene a chi la vive. Molto del merito della stagione monstre del croato – la migliore nei suoi anni in nerazzurro – va dato a Simone Inzaghi, allenatore che in carriera è sempre riuscito a esaltare le qualità degli esterni che ha maneggiato.
Appuntamento a fine stagione
Un innamoramento nato alla Pinetina: Inzaghi, vedendo Perisic in allenamento, si è presto reso conto di avere di fronte un “iron-man” applicato al calcio. Non a caso, anche quando tutti erano convinti che il croato avrebbe salutato a fine stagione, non si è mai arreso all’eventualità di perderlo, spendendo – pure pubblicamente – parole importanti a favore del suo rinnovo di contratto. Ora il muro è diventato pianura: Perisic ha dato rassicurazioni sulla volontà di restare anche perché si sente profondamente interista. La firma dovrà però essere condita da garanzie di competitività: il croato non ha voluto neanche ascoltare un’offerta arrivata dalla Turchia anche perché sente di poter ancora dare molto ad alto livello. È fisicamente integro ed è ancora molto ambizioso: per questo vorrà legarsi a un’Inter da corsa (ma su questo, nonostante le cessioni che dovranno essere fatte, non dovrebbero esserci dubbi, considerato il fatto che il club abbia già bloccato Dybala e Bremer, che tutto sono, fuorché piani B). L’appuntamento con Piero Ausilio è stato fissato per fine maggio: troppo importante quello che potrebbe accadere nelle prossime settimane per consumare energie su altri argomenti. Il contratto in scadenza prevede un ingaggio da 5 milioni e il croato vorrebbe un biennale con tanto di ritocco all’insù all’ingaggio. L’Inter invece vorrebbe fargli un anno con opzione per la stagione successiva e, sulle cifre, vuole evitare di aumentare ulteriormente il monte-ingaggi (ma, in questo caso, si può “giocare” sui bonus). Come sottolineato, la sensazione – confortata dagli atteggiamenti di Perisic all’interno dello spogliatoio – è che si possa arrivare a un accordo ma, soprattutto, che la partita riguardi i progetti che verranno delineati dal club al giocatore.
C’è Gosens contro l’Empoli
Inzaghi, che a gennaio già ha incassato l’acquisto di Gosens (che dovrebbe fare finalmente il suo esordio dal 1’ venerdì a San Siro contro l’Empoli), conta di ritrovarsi con una batteria di esterni ancora più qualificata nella stagione che verrà, anche contando sulla duttilità di Perisic, qualità che favorisce la coesistenza con il tedesco. Il croato infatti – come già accaduto nel secondo tempo della gara con il Verona (9 aprile) – può giocare pure da seconda punta e, all’occorrenza, pure traslocare sulla fascia destra, soluzione quest’ultima che potrebbe essere fruttifera per tamponare nell’immediato l’eventuale cessione di Denzel Dumfries che, nelle ultime settimane -alla luce dell’interessamento del Bayern Monaco– è volato in pole position nella lista dei big sacrificabili per rispondere agli input di Suning che prevedono un saldo in attivo sul mercato pari a 60 milioni e la riduzione del 15% del monte ingaggi. Però, come dimostrato da Marotta e Ausilio nell’ultima campagna acquisti estiva, avendo idee ben chiare sul mercato si può comunque costruire squadra in grado di soddisfare gli obiettivi societari, ovvero piazzarsi tra le prime quattro in classifica e conquistare nuovamente gli ottavi di Champions. Tuttavia, come prova quanto accaduto in stagione, l’asticella può essere alzata anche in corso d’opera: pure Perisic lo ha toccato con mano, per questo motivo dai propositi di addio settembrini si è arrivati alla quasi fumata bianca primaverile.