BAD LEONFELDEN – Se lo coccola, lo rimprovera e stimola come un padre di famiglia severo, ma giusto. Ivan Juric sta allenando Nemanja Radonjic da un punto vista atletico e tattico, ma prima ancora mentale. Negli esercizi del mattino gli ha messo di fronte il primo della classe tra i difensori, quel Bremer premiato dalla Lega alla fine del campionato scorso quale miglior centrale della Serie A. Un evidente attestato di stima, per il Nazionale serbo che il tecnico granata si sta assumendo la responsabilità di far crescere a 360°. E così ha alternato un «Bravo Rado, bel movimento, sì così è giusto», ad altre considerazioni più piccanti. Divertente una che rende l’idea del grado di ironia del tecnico granata. Con Radonjic stremato a terra dopo un paio di testa a testa dispendiosi contro il brasiliano – uno dei quali chiuso con un bel diagonale rasoterra vincente – così ha parlato, Juric: «Ti vedo bello tranquillo, bravo, tanto giochi due, tre partite l’anno». Una battuta per stimolare il ragazzo che in granata è chiamato a diventare protagonista, a giocare sempre così da mettere alle spalle una stagione con appena 6 presenze nel campionato portoghese con il Benfica (ma ne ha pure giocate 13 con la Serbia, nella passata stagione: tutte quelle disputate dalla sua Nazionale da settembre in avanti). La corsa alla piena riabilitazione di Radonjic è partita: Juric non si risparmia, l’esterno serbo dovrà fare uguale.
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