TORINO – Si chiama Ramsey, non è uno chef e non è neppure scozzese, bensì gallese. Ramsey, lo juventino, è Aaron, centrocampista-trequartista arrivato a Torino a parametro zero, ma con commissioni da brivido (15 milioni suppergiù) e uno stipendio da top, ovvero 7 milioni. Il ragazzo ha fallito clamorosamente e neppure i mesi in prestito ai Rangers lo hanno rivitalizzato: anzi, il rigore decisivo fallito nella finale di Europa League lo ha depresso ancora di più. Solo in Nazionale è giocatore vero, tanto che con il gemello Bale ha conquistato i Mondiali in Qatar, dove l’Italia – è bene ricordarlo ogni tanto, per sottolineare il flop epocale – non ci sarà. Aaron sì, sarà in campo nella rassegna iridata invernale ma non da giocatore della Juventus.
VIA LA 8 Adesso si allena alla Continassa, però il futuro è segnato: andrà via. Si cerca la soluzione, anzi la risoluzione del contratto (ha ancora un anno, pesantissimo per le casse bianconere). Insomma, serve una buona uscita che andrebbe a sommarsi al contratto con l’eventuale nuova destinazione che però adesso non c’è. Si lavora per trovarla, perché Ramsey non rientra nei piani di Max Allegri. E quei furbacchioni dei tifosi, quando si è presentato al centro sportivo, lo hanno gabbato, chiedendogli un autografo sul foglio dove c’era scritto: rescissione del contratto. Di sicuro è esigente: vuole un campionato di grido e pare abbia detto no alla ricca proposta del Galatasaray. La sua maglia numero 8, intanto, sparisce dagli store.