A giugno scade il prestito biennale dello spagnolo, che ha il girone di ritorno per convincere il Diavolo a puntare su di lui: servono 22 milioni, ma si può trattare con i Blancos
In fondo, gli uno contro uno sono sempre stati il suo pane: più sono gli avversari da saltare in slalom, più Brahim Diaz si esalta. Succede sul campo — chiedete a Juventus e Monza per conferme —, ma anche dentro al Milan: lo sbarco di De Ketelaere e Adli avrebbe potuto togliergli l’aria, invece Brahim ha dribblato anche la concorrenza e si è ripreso il posto al centro del Diavolo. O ai lati, a giudicare dalla nuova veste che Pioli gli ha cucito addosso in certe partite: nel Milan “classico” lo spagnolo è la prima scelta per il ruolo di trequartista, nel Milan rimodellato con il 4-3-3 è il 10 che non fa il 10 ma l’ala destra oppure la mezzala, con risultati stupefacenti. Anche per questo, l’eventuale arrivo di un altro uomo di qualità come Ziyech non lo spaventa: i fatti dicono che Diaz la spunta sempre. Il punto, semmai, è capire se e come il piccoletto di Malaga la spunterà nella partita più complicata, quella che si giocherà a giugno e che deciderà il suo futuro: Brahim è un “veterano” del Milan di Pioli, eppure il suo destino resta appeso a un filo.