SALERNO – “Non sono un politico e non entro nel merito di quanto sta accadendo in Ucraina. Umanamente c’è un profondo dispiacere, tutto quello che sta succedendo non ha senso“: impossibile per Davide Nicola esimersi da un commento sui tragici eventi ucraini. Per fortuna, però, il tecnico della Salernitana è poi riuscito a tornare su un argomento più leggero come la sfida che attende i suoi sabato contro il Bologna: “È una squadra che ha qualità – spiega l’allenatore granata nella conferenza stampa della vigilia – gioca un buon calcio ed ha giocatori abituati a calcare palcoscenici importantissimi. Noi, però, non siamo nella condizione di doverci preoccupare degli altri. Il Bologna è forte, ha alcuni elementi veramente eccellenti, ma io penso alla Salernitana e voglio scrivere una storia che duri. Mihajlovic è un allenatore importante, ha carisma, mi è simpatico per come si pone e le sue squadre sanno giocare al calcio. Troveremo di fronte a noi un avversario che sa cambiare pelle: 4-2-3-1, 3-4-3, 3-5-2. Sono organizzati, hanno idee chiare frutto di un percorso nel tempo ha dato loro queste conoscenze. Noi abbiamo appena iniziato e vogliamo sentirci in grado di competere contro chiunque“.
“La squadra ha voglia di andare oltre le difficoltà”
La lista degli indisponibili si è ridotta con l’approssimarsi del match, ed è stata ovviamente una buona notizia per la Salernitana: “Perotti e Ribery – spiega Nicola – avevano avuto un piccolo fastidio, ma gli esami hanno escluso problemi seri e hanno ripreso regolarmente gli allenamenti. Ruggeri e Mamadou Coulibaly stanno completando il recupero, hanno una gran voglia di mettersi a disposizione, anche se c’è un po’ di timore dopo infortuni seri. Meglio essere cauti cautela, non vogliamo incappare in pericolose ricadute. Bonazzoli ha lavorato coi compagni in parte questa settimana, allenandosi a parte in alcune occasioni. Domani mattina ci saranno nuove indicazioni mediche, vedremo quale sarà la decisione finale. Chiaramente abbiamo raccolto dei dati, sappiamo che qualche giocatore ha speso di più. Voglio una squadra che vada a mille all’ora, che stia sul pezzo: per fare questo dobbiamo cambiare metodo di lavoro, ma in modo progressivo e rispettando le abitudini dei giocatori. Non è questione di moduli, a me interessa che si sia propositivi: serve aggressività e voglia di costruire gioco per esaltare le caratteristiche dei nostri calciatori. I ragazzi mi piacciono, vedo dedizione al lavoro e lo spirito è tipico di chi vuole provare a fare qualcosa di straordinario. Serve coraggio, la squadra lo ha capito e vuole andare oltre le difficoltà. Non importa più dove arriveremo, conta essere certi di potercela fare“. Anche i nuovi arrivati dovranno dare il loro fondamentale contributo: “Ederson può ricoprire tanti ruoli – sottolinea il tecnico granata – ma ha qualità fisiche e tecniche per ripetersi nella stessa posizione di Radovanovic, come sabato scorso. A me interessa che ogni interprete aggredisca e proponga gioco. Bohinen è un altro giocatore molto interessante: alcuni dei ragazzi presi dal direttore non sono ancora famosissimi, ma sono sicuro che qualcuno di loro stupirà. Mousset? Chi arriva da campionati esteri ha bisogno di ambientarsi, ma non vuol dire che non abbia qualità. Serve pazienza perché arriva da concezioni diverse visto che ogni allenatore trasmette le proprie idee. Sta completando l’integrazione, ora sta a me consentirgli di tirar fuori le proprie qualità“.
“In città c’è grande trasporto”
Tra le migliori qualità della Salernitana c’è la passione dei tifosi: “La gente – spiega Nicola – ha ampiamente dimostrato all’Arechi che hanno voglia di accompagnarci in questa impresa. Tutti noi sappiamo bene cosa vogliamo ottenere, l’ambiente ci sta dando una grande spinta. Il nostro tifo è coerente e corretto: non pretendono la perfezione dopo otto allenamenti, ma sanno apprezzare la nostra buona volontà. Ci saranno gare in cui giocheremo meglio, in altre soffriremo, ma la ferocia agonistica non mancherà mai: ed è proprio questo a rappresentare al meglio la nostra gente. Il trasporto che c’è in questa città mi ha stregato, è un sentimento comune a chiunque abbia accettato di sposare un progetto straordinario. Cerco di fare quello che mi piace nel miglior modo possibile, non so descrivervi che gioia provo dentro. Il gusto dell’esordio all’Arechi è un qualcosa di stupendo, anche per questo voglio proseguire questo cammino. Le critiche ai calciatori non andrebbero fatte, gli errori fanno parte del gioco. Io, comunque, valuterò esclusivamente gli atteggiamenti: per me siamo sulla strada giusta. In campo servono senso d’appartenenza, idee, gioia, entusiasmo, volontà di mostrare il nostro gioco. Proveremo a farcela, è questa la mentalità che fa la differenza. Per noi saranno tutte maledettamente difficili. Ma se crediamo in quello che facciamo possiamo toglierci soddisfazioni“.