La Sampdoria cerca una nuova proprietà e la svolta potrebbe essere finalmente vicina. Ci sono due fondi americani che stanno effettuando in queste settimane l’analisi dei conti attraverso la due diligence. C’è poi un altro fondo statunitense – Merlyn Partners, dal 2020 proprietario del Lille – che si è avvicinato con interesse al club blucerchiato e che sarebbe pronto a entrare in data room. Un hedge fund che tra le sue fila vanta anche l’imprenditore finanziario italiano Alessandro Barnaba, ex Jp Morgan di stanza a Londra, che ebbe un ruolo centrale due anni e mezzo fa nel passaggio di consegne della Roma da Pallotta e Friedkin. Proprio il nome di Pallotta è tornato di moda per la Samp negli ultimi giorni, anche se fonti vicine all’ex patron giallorosso smentiscono la sua volontà di voler tornare a investire nel calcio italiano.
La pista Al Thani, le parole di Di Silvio
Di fronte a tutti questi rumors sembra pronto all’affondo decisivo il gruppo che può portare Faleh Khalid Al Thani, membro della famiglia regnante del Qatar, ad acquistare la Sampdoria. «Non stiamo giocando. Spendiamo dei soldi per fare delle operazioni e portarle a termine. Ci siamo incontrati a Ginevra nei giorni scorsi. Il procuratore dello sceicco, Imam Aounallah, ha definito che io sono il responsabile per l’Italia degli Al Thani. Il nostro partner è Francesco Paolo Console, il fondo di investimento Toro Capital prenderà la Sampdoria per conto di Al Thani. Questa è la strategia. Prima Faleh Khalid Al Thani comprerà la Sampdoria, poi subentrerà la famiglia reale» dice a Tuttosport Francesco Di Silvio, intermediario di un’operazione che va avanti da mesi tra le speranze e i dubbi della piazza. In Svizzera il gruppo avrebbe ottenuto il finanziamento dalle banche che – con le coperture dello sceicco – potrebbe permettere la chiusura dell’operazione. Anche se mancano sempre i 40 milioni sul conto di garanzia escrow. Ci sono passi avanti? «Nell’escrow metteremo tutti i soldi – dice Di Silvio – su un conto dedicato abbiamo messo una parte della somma. Poi ne arriveranno altri e chiuderemo la partita. Il trustee Vidal attende di vedere quello che abbiamo dichiarato. Manca questo versamento che metteremo sul conto escrow. I tempi? Chiuderemo questa partita a giorni. Non mi voglio più sbilanciare. Purtropo sui tempi ci sono tanti fattori. Non è un fatto di credibilità se ci sono i soldi o meno. E voglio ringraziare il dottor Vidal che è stato serio ad accompagnarci in questa avventura. Una persona professionale ed eticamente corretta». Per la cronaca Vidal ieri – rispetto all’arrivo almeno dei primi 20 milioni di finanziamento destinati al conto escrow – si è limitato a rispondere: «Non ho evidenza di questa informazione». Di Silvio risponde comunque a chi avanza dei dubbi sulla credibilità di tutta l’operazione. «Io ci tengo a dire che non cerco pubblicità in Italia. Io vivo tra Parigi e Ginevra. Faccio il produttore cinematografico all’estero perché l’Italia non mi interessa. Sto facendo questa operazione perché sono amico di Ivano Bonetti, una follia che faccio col cuore. Vialli andrà con Pallotta? A me non risulta. Faccio questa cosa perché sono frustrato di non poter fare le cose che si fanno all’estero anche in Italia. Sto portando una famiglia che ha un patrimonio di 3,3 trilioni di dollari a fare una bella cosa in Italia, alla Sampdoria. In Italia non mi credete perché è un paese di moralisti. E secondo molti non è possibile che un ragazzo serio come me possa portare un Al Thani. Questa è la mia libidine. Sono ben visto da certi personaggi. Vi dico di più, ho vinto anche un Leone d’Oro alla carriera. Non so nemmeno se andrò a ritirarlo a Venezia». Domenica Di Silvio sarà a Genova per la proiezione del film sullo scudetto blucerchiato “La Bella Stagione” con Vialli e Mancini? «No, sarò sui Campi Elisi a Parigi». E lo sceicco Al Thani quando arriverà a Genova? «Quando avrà comprato la Sampdoria« dice Di Silvio.
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