TORINO – Tanto faticosa quanto meritata e preziosa, la vittoria sull’Udinese rimette la Juventus sui binari dell’inseguimento al quarto posto, dopo l’avventurosa finale di Supercoppa di mercoledì a San Siro. Dopo il 4-3 contro la Roma, arriva il 2-0 contro i friulani che vale un virtualissimo quarto posto alla pari con l’Atalanta (che ha due gare in meno rispetto ai bianconeri). Non ha giocato bene, la Juventus, ma è stata sufficientemente concentrata e compatta e, quest’anno, è già un successo. Non era un avversario irresistibile, questa Udinese, ma quest’anno la Juventus ha perso punti in modo anche più clamoroso. Insomma, nell’ottica di una lenta progressione con la quale la squadra dovrà tornare a essere competitiva, la gelida serata dello Stadium è senza dubbio un passo avanti importante, il resto sono chiacchiere.
I soli noti
Tante se ne faranno, di chiacchiere, sul gesto polemico di Dybala che spicca nei flosci novanta minuti della gara. Ma forse meritebbe una riflessone anche il fatto che ancora una volta la squadra di Allegri non ha subito gol. In una stagione difficile e nella quale poche cose funzionano come dovrebbero, i bianconeri possono tenersi una solidità difensiva degna dei primi quattro posti come una maniglia per la quale aggrappare le speranze di una qualificazione Champions. Per il resto convincono i soliti (Cuadrado, De Sciglio, De Ligt, McKennie, Bernardeschi e lo stesso Dybala), non convincono gli altri soliti (Kulusevski, Arthur e Bentancur) e gioca ancora una buona gara Rugani.
Gol e polemica
Non è una partita bellissima. L’Udinese ha svolto solo due allenamenti in settimana dopo il focolaio Covid che ha colpito i friulani, mentre nelle gambe della Juventus ci son i 120 intensi minuti della finale di Supercoppa di mercoledì (anche se al primo minuto sono solo cinque i reduci da San Siro). Il ritmo non è altissimo, l’Udinese si chiude dietro, la Juventus assedia cercando nei pochissimi spazi a disposizione. Dybala brilla anche nella costruzione offensiva, si intende con Arthur e scambia bene con Cuadrado. Ed è proprio la Joya a portare in vantaggio la Juventus al 19′. Azione ben orchestrata, buon assist di Kean per l’argentino che entra in area fra l’immobile difesa udinese e con un gran sinistro fulmina Padelli. E a quel punto esulta in modo polemico, senza abbracci e uno sguardo truce verso la tribuna, probabilmente a cercare l’amministratore delegato bianconero Maurizio Arrivabene, ultimamente molto severo nei suoi confronti («Il rinnovo va meritato»). È senza dubbio l’emozione più forte del primo tempo, perché alla polemica di Paulo segue una mezzora piuttosto blanda e, a tratti, perfino noiosa.
Due a zero
La ripresa vede una serie di cambi della Juventus, quasi che Allegri voglia mandare un segnale di sveglia alla sua squadra. Fuori un discreto (ma acciaccato) Arthur e un soporifero Kulusevski per Locatelli e Bernardeschi (che entra deciso). E poi ancora via Pellegrini e un invisibile (tranne che per l’assist a Dybala) Kean per De Sciglio e Morata. La partita continua in modo abbastanza stanco: l’Udinese è più intraprendente rispetto al primo tempo, ma poco incisiva; la Juventus alterna fiammate agonistiche a pericolosi rintanamenti in difesa. Ma dopo una mezzora bruttina, arriva il raddoppio bianconero: azione insistita, Dybala innesca De Sciglio sulla sinistra, l’azzurro va sul fondo, pennella un ottimo cross e McKennie la incorna come contro la Roma: 2-0 al 33′. E tutto finisce lì, con l’esultanza da Harry Potter anche se di magico questa sera c’è stato pochino.