Nel segno di Diego. Il Napoli ha onorato al meglio la festa-ricordo allo stadio ‘Maradona‘ per celebrare il Pibe de Oro – che oggi avrebbe compiuto 62 anni – continuando la sua corsa solitaria, buttando giù primati con la forza dei suoi campioni e di un tridente sempre più ispirato. Contro il Sassuolo la squadra di Spalletti ha calato il poker, anzi ha fatto ‘tredici’, come i successi consecutivi, tra campionato e Champions, che certificano, se ancora ce ne fosse bisogno, le qualità di una squadra perfetta, per attitudine, temperamento, qualità e gioco espresso.
Spalletti, Maradona e Schopenhauer
Prima del match è andata in scena la festa organizzata dall’ex manager di Maradona Stefano Ceci, gli ex compagni di squadra Salvatore Bagni, Nando De Napoli, Gianfranco Zola, Pietro Puzone, Enrico Zazzaro, Antonio Carannante e il massaggiatore Salvatore Carmando. La statua del Pibe de Oro ha fatto il giro del campo, scortata da tutto l’amore dei tifosi e la frase pronunciata da Spalletti non è passata in sordina. Il tecnico azzurro ha ‘scomodato’ uno dei più importanti filosofi del XIX secolo per spiegare al meglio la leggenda del Diez: “La differenza fra Maradona e gli altri giocatori? È come quello che disse Schopenhauer sulla differenza tra il talento e il genio. Il talento colpisce bersagli che gli altri non colpiscono, il genio colpisce bersagli che gli altri non vedono”.
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