TORINO – Tra la necessità di cogliere al volo l’occasione di potenziare ulteriormente il Toro dopo una stagione positiva, e l’anticipo del ritiro ai primi di luglio con quanto ne consegue per le tempistiche di consegna dei giocatori a Juric, il vortice del mercato ha già finito per assorbire totalmente i vertici granata. Nella giornata di ieri è stato protagonista anche Cairo, il quale – preso atto del perdurante silenzio di Belotti in merito alle varie e assortite proposte di rinnovo – si è mosso per preparare il campo alle alternative. A Milano, presente anche il direttore dell’area tecnica Davide Vagnati, il presidente granata ha riacceso la trattativa per Joao Pedro. Trattasi del secondo, convinto tentativo per l’italo-brasiliano, già inseguito nell’estate 2020, poi tenuto sotto stretta osservazione fino alla decisione maturata: riconfrontarsi con l’entourage di Joao per comprendere i parametri dell’operazione. Per quanto riguarda i costi del cartellino, rispetto a due stagioni fa si sono più che dimezzati. Se al tempo Giulini partiva da una richiesta superiore ai 15, adesso per l’attaccante ne servono tra i 6 e i 7. Una svalutazione figlia della retrocessione in Serie B del club sardo, ma pure della carta d’identità di un giocatore che il 9 marzo ha compiuto 30 anni.
Cosa chiede Joao Pedro
Non è finita, anche la scadenza del contratto con il Cagliari, mette in posizione di vantaggio il Toro: Joao Pedro è infatti legato ai rossoblù fino al 2023, ergo senza cessione in questa sessione di mercato nella prossima andrebbe a liberarsi a parametro zero. Per quanto riguarda il lato tecnico il cagliaritano non ha disputato la miglior annata, da quando è in Italia. Nel complesso è comunque stato uno tra i pochi a salvarsi, e il bottino di 13 reti, per quanto inferiore ai due precedenti (16 gol nel 2020-21, 18 nel 2019-20, in campionato), è comunque lusinghiero (47 le marcature complessive, negli ultimi tre tornei di A). Per trasferirsi in granata chiede un triennale, a una cifra non lontana dal milione e mezzo di euro. Certo non si parla di un giovane da crescere, ma di un elemento esperto ma potenzialmente ancora fresco. Decisiva, in caso di buon esito della trattativa, sarà la dedizione con la quale Joao Pedro si metterà a disposizione di Juric. Che, guardando all’aspetto tattico, potrebbe utilizzarlo da prima punta o in appoggio al centravanti in qualità di attaccante esterno o trequartista. Chiaro, comunque, che per sfruttarne al meglio le caratteristiche andrebbe impiegato quanto più possibile vicino alla porta. E l’arrivo di Joao Pedro potrebbe legarsi a quello dell’ucraino Artem Dovbyk del Dnipro. Un giocatore nella passata stagione assai prolifico, ma senza esperienza in Italia e di 24 anni. A Dovbyk, si può ben ipotizzare, servirebbe un po’ di tempo per ambientarsi, e nel frattempo in mezzo potrebbe giocare Joao. Detto che in rosa ci sono anche Pellegri – pure in Nazionale fermato dalla sfortuna, cioè da un infortunio – e Sanabria, risorse in grado di permettere all’ucraino di entrare con gradualità nel Torino. Ieri Cairo e Vagnati si sono quindi concentrati su Joao Pedro (e almeno di riflesso su Belotti), ma già oggi potrebbero incontrare l’uomo mercato bianconero Cherubini per trovare una prima intesa su Mandragora. Possibile un ulteriore slittamento, per quanto la volontà reciprocamente manifestata nello scorso weekend fosse di vedersi entro la giornata odierna.