A una giornata dal termine del campionato per il Toro è tempo di bilanci definitivi. Ivan Juric sta procedendo con il dentro o fuori, cioè con la scrematura della rosa. Alla voce portieri, per partire dalla base, il quadro è piuttosto chiaro. Anche assecondando una spinta societaria, il tecnico croato ha per lunghi tratti della stagione dato fiducia a Milinkovic-Savic, riproponendolo (dopo lo Spezia) contro l’Atalanta per l’abilità sui lanci lunghi nonostante avesse già scelto quale titolare Berisha. Troppe le indecisioni dell’ex della Spal nell’arco del campionato, tuttavia, per pensare di proseguire con il serbo. Per il quale è così scattata la ricerca di un club a caccia di un portiere che resta da rifinire tecnicamente, prima di poterlo riproporre ad alti livelli. «Ha qualità di base, ma deve lavorare per migliorarsi più di quanto abbia fatto in passato», spiegava il tecnico croato all’alba della stagione.
In quest’annata Milinkovic ha fatto dei passi avanti, ma il percorso va completato. E così, con Gemello che sarà presumibilmente mandato in B a farsi le ossa, l’unica certezza per la prossima stagione ora come ora è Berisha. Il quale nel complesso ha restituito una sensazione di sicurezza maggiore rispetto a Milinkovic, ma che nel Toro versione 2022-23 ha l’ideale ruolo di riserva di buon livello. Ciò che va quindi reperito è il titolare. Nel giro d’orizzonte in atto lo sguardo si è posato con interesse anche su Pierluigi Gollini. I primi sondaggi per riceverlo in prestito sono scattati. Con i granata che, forti della stessa formula attraverso la quale il Tottenham di Conte lo ha ricevuto, puntano perlomeno a rimandarne l’acquisto definitivo. Dopo la cessione a titolo temporaneo e senza vincoli agli inglesi, ora l’Atalanta – che di suo andrà avanti con Musso – vuole inserire l’obbligo di riscatto.
Con gli Spurs il diritto, che non sarà esercitato, è di 15 milioni di euro. Il Toro, vista la stagione vissuta da Gollini alle spalle di Lloris senza mai insediarne il posto in Premier League, potrebbe spuntare un obbligo non lontano dai 10 milioni di euro. Una cifra non distante da quella che il Cagliari andrebbe a chiedere per Cragno, se tra pochi giorni i rossoblù dovessero scendere di categoria. Se invece la squadra affidata ad Agostini dopo l’esonero di Mazzarri dovesse restare in A, per le comprensibili logiche di mercato il suo presso lieviterebbe. A una cifra anche se di poco inferiore ai 15 milioni. La differenza, sostanziale, è che il pagamento di Gollini sarebbe procrastinato di un anno, mentre andando su Cragno il presidente Cairo dovrebbe prevedere una spesa immediata, a meno che il Cagliari, che però punta a monetizzare subito, pure non finisca per aprire al prestito.
Tra i portieri di buon livello messi fin qui nel mirino dai granata entra anche Meret. Su questo fronte va però attesa la decisione ultima del Napoli. «Ospina come chi è a scadenza ha dimostrato personalità: li terrei tutti», ha dichiarato ieri sul tema il tecnico degli azzurri Spalletti. In caso di prolungamento con il colombiano che compirà 34 anni il 31 agosto, va da sé che Meret, pur allettato dalla possibilità di giocare la Champions, sarebbe più orientato a cambiare casacca. I costi, qui, sono però più alti rispetto a quanto serva per prendere uno tra Gollini o Cragno. Ricordando che il Toro ha messo sotto stretta osservazione anche Varela del Vitoria Guimaraes, resta da tenere in considerazione un’ulteriore via: senza disponibilità di spesa ecco la soluzione Gabriel, a scadenza con il Lecce. Juric ripartirebbe con il brasiliano e Berisha: un azzardo, dopo quello costato diversi punti nella stagione che va terminando.