Lo si è verificato più volte: quando Juric, in estate, diceva che è con gli attaccanti che si può cambiare l’andamento di una partita e chiedeva a gran voce l’ingresso di un ulteriore elemento per comporre il reparto offensivo granata, aveva ragione. E quando sul volto disegnava una smorfia, contestualmente accettando lo stato dell’arte in tema di acquisti, ma immaginando le difficoltà che la sua squadra avrebbe incontrato nel finalizzare, era facile profeta. Sanabria si è dimostrato un calciatore di manovra, utile a duettare con i compagni, tuttavia poco prolifico. Pellegri invece ha lavorato pancia a terra per dimenticare le delusioni di Monaco e Milano sponda rossonera, ma proprio nel momento in cui pareva destinato ad assumersi la responsabilità dell’attacco del Torino, ecco che si è infortunato. L’Under 21 (5 presenze e 2 gol in azzurro) si è reso decisivo a Udine con il gol da tre punti, quindi è stato protagonista della confortante vittoria sul Milan, dopodiché a Bologna si è infortunato alla caviglia sinistra quando, dall’inizio della gara, non erano ancora trascorsi quattro secondi. Incredibile finché si vuole, ma vero. Tralasciando la parentesi Karamoh – sostituto di Pellegri a Bologna, ma al Dall’Ara “centravanti” assai spuntato – Juric per ovviare alla contemporanea assenza di Sanabria e Pellegri contro la Samp ha riproposto Vlasic in posizione centrale. Una scelta che ha pagato, visto che il croato ha realizzato una rete delle due rifilate dai granata ai blucerchiati (l’altra è stata griffata Radonjic, ieri subentrato contro il Brasile, alla prima uscita della Serbia nel Mondiale). Contro la Roma è poi tornato titolare Sanabria, ma anche pagando la precedente, lunga assenza, il paraguaiano nella Capitale ha deluso, acuendo il rimpianto per la penuria di alternative al ruolo di centravanti. Bene ricordare sempre che in estate – oltre al poco rimpianto Zaza – dal Toro se n’è andato un certo Belotti. Nell’ultima stagione meno ficcante rispetto a quanto aveva abituato (8 reti, ma in sole 22 presenze), ma pur sempre un giocatore in grado di caricarsi sulle spalle la fase offensiva di una squadra.
Joao sì, Joao no
Tra coloro che avrebbero potuto aiutare i granata ad aumentare il peso offensivo c’è Joao Pedro, a lungo colonna del Cagliari, di cui è stato anche capitano, prima di decidere di chiudere il ciclo in Sardegna anche a causa della discesa in B dei rossoblù. L’italo-brasiliano è stato più volte un obiettivo del Torino, sul mercato. Con Juric che era allettato dalla possibilità di ricevere un giocatore in grado di agire sulla corsia come da centravanti. Al dunque le mire di Vagnati hanno però seguito altre strade, con Joao Pedro che ha in definitiva accolto la proposta del Fenerbahce sottoscrivendo un contratto fino al 2025 (il club turco ha versato al patron dei sardi Tommaso Giulini 5 milioni cash più 1,5 milioni di eventuali bonus). Una condizione che, a questo punto, vincola la modalità attraverso la quale l’italo-brasiliano può essere trattato, cioè il prestito. La formula che anche la Samp, società che pure ha manifestato interesse per Joao Pedro in vista di gennaio, può adottare per imbastire l’operazione. Che in questa fase non è semplice da realizzare per le resistenze del Fenerbahce stesso. Ora come ora deciso a continuare il rapporto nonostante l’ex del Cagliari, in Turchia, ancora non si sia del tutto calato nella parte. Le prestazioni individuali sono buone, ma da un punto di vista tattico l’attaccante non si è ancora del tutto integrato nel sistema di gioco proposto da Jorge Jesus. Tanto che è dibattuto sul da farsi: da una parte l’orgoglio lo porta a voler continuare con il Fenerbahce, dall’altra l’idea di tornare a competere in un campionato che conosce a meraviglia lo intriga. Nella Super Lig turca in corso ha segnato 1 gol (con allegato un assist: entrambi confezionati nella partita vinta 2-0 contro il Kayserispor) in 10 partite (6 da titolare). Un ruolino di marcia poco convincente, per chi nelle precedenti tre annate in Serie A aveva realizzato ben 47 gol (110 le partite disputate). Restando all’attacco, e con questo nel Toro intendendo anche chi gioca ai lati della punta, va ribadito intanto che Vagnati continua a tessera la tela attorno all’obiettivo Praet. Come in estate il Leicester non ha intenzione di svenderlo, ma dopo lo scarso impiego in questa prima parte della Premier le possibilità che, avendo pazienza, i granata possano prenderlo a gennaio sono buone. Bologna permettendo, si intende.
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