TORINO – Quell’uscita a vuoto contro il Milan ha fatto infuriare Juric, ma non ha intaccato la stima che il tecnico ha nei suoi confronti. Perché Milinkovic-Savic ha conquistato tutto il Toro, che è disposto a concedergli anche qualche incertezza. L’importante è che siano poche e, soprattutto, che le grandi parate abbiano il sopravvento. E in questo Vanja sta tenendo fede alle aspettative, visto che ha salvato il risultato in diverse circostanze: l’ultima a Udine con un intervento strepitoso su tiro di Beto nei minuti di recupero. E con questa prodezza il Toro si è portato a casa i tre punti. Detto questo, passiamo a un grande pregio di Milinkovic-Savic che, tra l’altro, è sotto gli occhi di tutti: i piedi, la facilità con cui calcia lungo, la potenza del tiro, la precisione. Praticamente un giocatore della difesa in più. Ricordiamo, ad esempio, che il gol di Miranchuk contro il Milan è arrivato da un rinvio (calcio del terzino) proprio del portiere. Palla lunga e precisa per Pellegri, deviazione aerea per Vlasic e assist per il russo, che poi ha fatto centro. Tre tocchi per un gol stupendo, con Vanja protagonista.
La specialità di Vanja
Il numero uno serbo (anche se sulla maglia granata porta il 32 e in quella della sua Nazionale il 23) è un vero specialista pure nelle punizioni e nei tiri da lontano. Al Filadelfia, alla fine degli allenamenti, si diverte a calciare in porta da lunga distanza: calci piazzati e conclusioni in movimento. E il più delle volte fa gol con bordate vere e proprie. Ama sfidare i compagni, soprattutto Rodriguez che è quello che calcia con più precisione da fermo. A San Siro contro l’Inter, non a caso, il nerazzurro Handanovic dovette compiere un intervento strepitoso per negare allo svizzero la soddisfazione del gol. E queste sfide di tiri in famiglia le vince quasi sempre Vanja, solito alla fine chiedere al compagno sconfitto di pagare la cena a tutta la squadra, per sfotterlo. La stessa cosa che fa con chi va in gol per la prima volta in stagione. I prossimi a dover pagare sono Zima, Schuurs e Djidji, dopo le loro reti al Cittadella e al Milan. Peccato che Vanja sia un portiere, visto che i granata nei tiri da fermo non fanno centro da tempi remoti. L’ultima vera punizione diretta segnata dal Toro in campionato risale al 21 maggio del 2017: Genoa-Torino (2-1 per i rossoblù) con Ljajic. A dire il vero va ricordata anche una punizione di Verdi (20 dicembre 2020, Torino-Bologna 1-1), ma in quell’occasione il portiere rossoblù Da Costa contribuì in maniera decisiva quasi buttando in rete il pallone calciato, in maniera tutt’altro che irresistibile, dal granata. Contro il Milan è arrivato sì un gol da calcio da fermo, ma si è trattato di una punizione battuta da Lazaro con deviazione finale di testa di Djidji: meglio di niente, certo, ma Juric chiede di più, ha sempre sottolineato il fatto che ai granata manchino le realizzazioni su calci piazzati e su conclusioni da lunga distanza. L’uomo giusto ce l’avrebbe, ma non può toglierlo dalla porta… Per ora il tecnico “si accontenta” dei suoi lanci lunghi e precisi che il più della volte scavalcano il centrocampo avversario e raggiungono i giocatori del Toro più avanzati. Gli assist nascono anche così, in attesa di vedere domenica Vanja all’opera contro Arnautovic, capocannoniere del campionato insieme a Osimhen con 7 reti.
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