TORINO – Non c’è mai pace fino in fondo per Pietro Pellegri. Incredibile come la sfortuna continui a perseguitare un ragazzo schiavo dei suoi tantissimi infortuni. L’ultimo in ordine di tempo è l’emblema della malasorte: si fa male immediatamente dopo il calcio d’inizio contro il Bologna, scivolando malamente sulla propria caviglia. Una caduta che gli costa l’uscita dal campo, ma anche i seguenti forfait contro Sampdoria e Roma (sebbene si sia seduto in panchina all’Olimpico, ma solo per onor di firma). Un vero peccato, perché Pellegri stava vivendo un momento magico. Poteva diventare il bivio decisivo della sua stagione: il gol pesantissimo contro l’Udinese, ma anche la grande prestazione contro il Milan lo avevano rilanciato. Pietro sembrava avesse imboccato il sentiero della continuità, ma ancora una volta il suo corpo ha avuto idee diverse. E la caviglia, quella uscita malconcia dalla sfida contro il Bologna, non è del tutto sistemata. Ieri al Filadelfia, infatti, l’attaccante granata ha svolto una seduta personalizzata. Non ha lavorato coi compagni a puro scopo precauzionale: meglio prepararsi nella maniera migliore possibile alla partenza per il ritiro a Murcia piuttosto che forzare la mano a 36 giorni di distanza dalla prima gara ufficiale del 2023 contro il Verona.
Il recupero di Pellegri
Pellegri adesso pensa solo a stare bene. Anche durante la sosta ha lavorato tantissimo: tanta palestra, tanti dettagli curati alla perfezione per rispondere presente alla ripresa. Per farsi trovare in perfetta forma da Ivan Juric, il suo primo grande estimatore. Il tecnico non si è mai tirato indietro sulle qualità del giocatore: «Pietro ha la potenza giusta e i movimenti idonei per poter diventare un centravanti moderno. Senza dubbio, ha molte cose ancora da imparare perché è giovane e ha ancora poca esperienza di campo nella sua carriera, però ha il merito di essere un ragazzo che vuole imparare tanto. Mi auguro che, ora, trovi la continuità fisica per acquisire anche una giusta sicurezza mentale». Tutto passa dalla testa, ma se c’è un ambiente in cui Pellegri può esplodere è proprio quello granata. Intorno a lui si respira tantissima stima: aspetto indispensabile per un ragazzo molto sensibile, per un attaccante che si nutre della fiducia di società e compagni. Juric ci ha creduto per primo a Genova e adesso l’attaccante classe 2001 vuole ripagarlo: con i gol e con grandi prestazioni. Con poche parole e tanti fatti, il modo giusto per coltivare il rapporto con un allenatore che fa decidere soltanto il campo. Si giocherà un posto con Sanabria, ma è chiaro che l’attaccante del futuro del Toro non possa che essere Pietro. Quando sta bene le potenzialità di Pellegri non hanno limiti.
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