Una discussione, un giornalista alla finestra, una perquisizione, una lettera fatta a pezzi, il mistero del terzo uomo: lo scandalo che sconvolse l’estate torinese del 1927
Fino all’ultimo giorno della sua vita giurò che colpe – lui, in quella brutta storia – non ne aveva avute. Era stato tirato in mezzo, così era finito nei guai. E quando lo diceva serrava i denti, si faceva cupo in volto, aggrottava le sopracciglia, fissava altrove lo sguardo. Alla fine lasciava scivolare via il discorso, inerme, scuotendo la testa. Per tutta la vita rimase segnato da quel marchio. Gigi Allemandi, il Calciatore Corrotto. Il protagonista del primo scandalo del nostro calcio. Tutto nacque da una finestra che era stata spalancata per cercare sollievo alla calura, nella lontana estate torinese del 1927. E dalle voci che provenivano dentro un appartamento, voci alterate e tonanti, di due uomini che stavano litigando.