WAIDRING – Ragazzi, che ferocia! Forse doppia: perché finalmente aveva di nuovo a bordocampo anche Vagnati? Sorridiamo, su: il dt era venuto fin qui per cercare persino di calmarlo, Juric, presentandosi all’improvviso quando l’allenamento era appena cominciato. Ma altro che calma: è carico a pallettoni, Ivan! «Sali, sali, attaccalo! E’ un condannato che cammina! Mangialo, mangialo!». Brummmmm: detto, fatto. In mezzo al prato ce l’aveva con Seck, Juric, nel tardo pomeriggio di una giornata nuvolosa, 18 gradi dopo una notte zuppa di pioggia sino al mattino. Era il senegalese che doveva buttarsi sulle gambe del difensore lento a rinviare, per Ivan in versione dead man walking. Come Radonjic nel primo tempo e appunto Seck nel secondo già fecero sabato scorso contro il Trabzonspor, brillantemente: fino a rubar palla e a filare in porta, il serbo per il 2 a 0 e il compagno per il sigillo numero 3. E oggi altra amichevole, stavolta contro i campioni non più di Turchia ma di Cipro, l’Apollon Limassol.
Ore 18, in diretta tv (streaming) su Torino Channel. A Seekirchen, un paese non lontano da Salisburgo, a un’ora abbondante da qui, una settantina di chilometri da percorrere con giudizio senza pensare di fregare la valanga di autovelox in sequenza che si trovano da queste parti. Sempre con prudenza e rispettando i limiti di velocità, quando si guida: Austria o non Austria. Sempre al massimo dell’intensità, invece («dinamici, dinamici, più veloci, ho detto veloci!»), quando ci si allena con Juric: ieri letteralmente tarantolato, ma nel modo migliore naturalmente.
«Mangialo, è fregato!»
Dovevate vederlo: lo ha potuto fare la trentina di tifosi presenti al centro sportivo. Uno spettacolo nel vero senso della parola. In mezzo al campo, durante una partitella a campo ridotto 11 contro 11. Una tonnara, dati gli spazi ristretti: ma non a detrimento della «qualità», che Ivan invoca a ogni piè sospinto (sul prato e sul mercato, of course). «Mangialo, mangialo!». «Ormai è fregato, attaccalo!». «Sali!». «Rischia il dribbling!». «Accorcia!». «Stringi, siiiiiiiiiiiiiiì, fai così!». «Provaci, non pensare!». «Calma adesso, calma». «Ci siamo, questo voglio vedere. Ci siamo, bravi». E poi quella battuta più sferzante di tutte, «è un condannato che cammina, vacci contro, divoralo!». E Juric mica soltanto urlava: correva anche lui in mezzo ai giocatori, dimenava le braccia come un vigile urbano invasato nel mezzo del traffico di Nuova Delhi. Anzi, non correva in mezzo ai giocatori, ma ci correva proprio dietro, ora per spingerli, ora per rimproverarli, urlando sempre più forte. E Vagnati a meditare in panca, col vice Moretti. Lo diciamo: ne abbiamo seguiti tanti di allenamenti del Toro, in poco meno di 30 anni di professione. E ne abbiamo conosciuti, di allenatori. Ma una grinta così prima di un’amichevole in ritiro a luglio in un paesino sperduto dell’Europa, beh: mai vista prima cotanta ferocia. Per questo Juric riesce a trasformare anche le ciabatte in stivali delle sette leghe.
Gli esami strumentali
Con i turchi il Toro ha fatto il fenomeno: persino con Linetty centravanti, ed è tutto dire. Ma ora i problemi sono persino aumentati (però non alludiamo alla sfida odierna, contro avversari di caratura ben inferiore rispetto al Trabzonspor). Si è rotto Vojvoda, come già si preannunciava sul giornale di ieri in attesa di esami strumentali come Dio comanda: lesione muscolare di primo grado al retto femorale sinistro, tra i 20 e i 30 giorni di stop; e poi Buongiorno, forte sovraccarico ai limiti della lesione al muscolo otturatore esterno, a livello del bacino (almeno 7 giorni); Pellegri, sempre out per la violenta contusione di una settimana fa, con interruzione della normale preparazione atletica in ritiro; infine Radonjic, di nuovo alle prese con un affaticamento muscolare (e sarebbe strano se oggi venisse rischiato). Per quel che si è visto in allenamento, contro il Limassol si può prevedere un 3-4-2-1 con Berisha in porta, Djidji, Zima e Rodriguez in difesa, Singo, Lukic, Ricci e Aina sulla linea del centrocampo, quindi Seck e Linetty dietro a Sanabria. Con Verdi primo rincalzo in attacco, eventualmente anche per il 3-5-2. E Zaza? C’è, ma non c’è. Pro memoria: quello odierno sarà l’ultimo test in terra austriaca. Il prossimo? Sabato in Francia, a Nizza.
Dall’ovovia a…
Lunedì sera, Juric, il suo staff, i medici e la rosa sono andati a cenare in un locale tipicamente tirolese alla partenza dell’ovovia, qui a Waidring. Si sono suddivisi l’intera spesa i giocatori. Musica maestro, addio alla routine per una volta e allegria a carrettate. Ventiquattr’ore dopo, ieri sera, il primo confronto diretto Juric-Vagnati nell’hotel che ospita il Torino. In questo caso pagava Cairo, ovviamente. Non risultano inni di gioia. P.s.: si cerca un sorriso per non piangere.