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Toro impantanato, dove sono i 10 giocatori sognati da Juric?

Passa il tempo, passano gli anni, ma il copione granata sul mercato non cambia mai. A un mese e un giorno dal debutto in campionato (13 agosto, ore 20:45, Monza-Torino), il cantiere granata è più che mai aperto e le operazioni di acquisto e cessione sono più che mai bloccate da Bremer. Il Toro lo valuta 40 milioni di euro e l’Inter nicchia, aspettando che il prezzo del cartellino ribassi; lo stesso fa la Juve che sta alla finestra anche perché prima deve sciogliere il nodo De Ligt.

10 tifosi

Nel ritiro austriaco di Bad Leonfelden, Juric ha portato 32 giocatori, ma nel gruppone non c’è traccia della svolta sognata dal tecnico e, sinora, vanamente attesa. Ci sono, invece, elementi della Primavera (il portiere Fiorenza, i difensori Anton e Dellavalle, i centrocampisti Antolini, Garbett e Horvath, l’attaccante Akhalaia) e giocatori che presumibilmente lasceranno Torino, se avranno trovato un’altra sistemazione (Izzo, Milinkovic Savic, Ola Aina, Verdi, Zaza). Juric aspetta Maggiore, consapevole però che il capitano dello Spezia da solo non basterà a completare l’assetto di un reparto, bisognoso di essere rafforzato. La presenza di soli dieci tifosi al seguito della squadra è indicativa: essa è determinata sia dagli 870 km che separano Torino da Bad Leonfelden sia dal manifesto scetticismo sulle mosse di mercato.

I colpi di Galliani

A deprimere ulteriormente il morale granata sono i colpi a ripetizione del Monza, promosso in A per la prima volta nei 110 anni della sua storia e, quando si dice la coincidenza, primo avversario del Toro nella giornata inaugurale del nuovo campionato. Galliani è scatenato: a disposizione di Stroppa ha già messo Ranocchia, Cragno, Carboni, Sensi, Pessina, Birindelli, riscattando Di Gregorio, Mancuso, Colpani, Bettella e Valoti. Per non dire dell’Idea Icardi che l’amministratore delegato del Monza non ha confermato né smentito nell’ultima dichiarazione rilasciata a Sportitalia. Il che significa quanto il club di Berlusconi ci stia seriamente lavorando. Stroppa è al settimo cielo e chi non lo sarebbe al posto suo: ogni allenatore desidera cominciare a lavorare avendo l’organico se non al completo, quantomeno già caratterizzato da una precisa fisionomia. Il Monza ce l’ha, il Toro purtroppo no. Sveglia.


Fonte: http://www.tuttosport.com/rss/calcio/serie-a


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