Il successo di Monza, uguale nel risultato a quello di Cremona, nonché il pari interno contro la Lazio consegnano un Toro a lunghi tratti entusiasmante, quadrato in fase di contenimento e con la qualità – tra le linee disegnate da Ricci e la superiorità numerica creata da Radonjic e Vlasic – per creare gioco nella trequarti avversaria. Dopo tutto quanto di incredibile ha segnato l’estate granata la svolta è arrivata con l’ingresso di Ilkhan, utile a stappare la bottiglia per poi brindare agli arrivi di Miranchuk, ora fermo per infortunio, e Vlasic. Ha fatto seguito più recentemente l’acquisto di Schuurs, brillantemente calatosi nella parte allo Zini.
Ha ormai quasi tutto, Juric, per confermare e anzi migliorare il Toro rispetto alla sua prima stagione. Da qui a giovedì, giorno di fine mercato, il tempo per togliere quel quasi. Rispetto alle iniziali intenzioni non sarà facile chiudere ogni discorso – che si tratti di entrate o uscite – ma qualcosa in entrambe le direzioni va ancora fatta. Qui concentrando il discorso in ingresso resta un nome sovrano sugli altri, per gradazione di gradimento manifestata da Juric. Il quale vuole completare la scacchiera della trequarti col cavallo di ritorno Dennis Praet. Le ultime risorse è verso Leicester che vanno indirizzate: 8, 10 milioni per un prestito con obbligo di riscatto. Un investimento importante, ma congruo per un giocatore di 28 anni (sempre che le condizioni fisiche che nelle ultime due stagioni lo hanno condizionato siano buone). Così pensa il Toro, freneticamente in contatto con il club inglese per verificare che non si presenti un’improvvisa concorrente, nonché per lavorare sui bonus.
«È con le soluzioni in attacco, cambiando là davanti, che si incide sulle partite», diceva Juric. Convinto con Praet di avere a disposizione un reparto eclettico: il belga cuce tra centrocampo e attacco, Radonjic ci mette il guizzo, Vlasic la forza e all’appello manca Miranchuk, fermo ai box dopo il debutto con gol che fa ben sperare per il rientro post infortunio.
Nel ballo delle ultime ore, pronto a cogliere qualche opportunità, Vagnati tiene intanto gli occhi pure su Musa Barrow. Gambiano di 23 anni che con il tecnico croato potrebbe bel caso agire da esterno offensivo, come pure da centravanti. Sarebbe una soluzione per modellare l’attacco, e potrà diventare un’occasione se il Bologna, dalle iniziali alte richieste per il cartellino (16 milioni), nelle ultime ore del mercato decidesse di aprire al prestito. Una soluzione che agli emiliani non consentirebbe di monetizzare, ma di rivalutare un capitale che in rossoblù rischierebbe di svalutarsi, se Joshua Zirkzee che il Bologna ha prelevato dal Bayer Monaco dovesse ricevere la titolarità in tandem con l’intoccabile Arnautovic.
Il dt granata aspetta, tiene ogni mediazione aperta con il Leicester per Praet e per il resto osserva interessato. Come passando a centrocampo fa alla voce Diawara. I granata sono sul centrocampista della Roma, che potrebbero ricevere in prestito secco, e sul quale adesso si muove con interesse anche il Lecce. Per il resto Vagnati ben conosce quanto andrebbe speso per Nandez (al Cagliari 2 milioni per ilprestito oneroso e 8 per esercitare l’obbligo di riscatto) come per Makengo: spalmati in più anni, ma all’Udinese difficilmente andrebbero meno di 12 milioni. Tutte situazioni da tenere in considerazione, per dare sostanza al reparto di centrocampo. Orfano di Mandragora e Pobega (il Toro non dispera di riaverlo, però il Milan difficilmente lo ridarà in prestito), ma con un Linetty sulla via della riabilitazione e un Ilkhan sul quale lavorare. Forse un po’ poco, per affrontare la stagione. Vero pure che Adopo – all’occorrenza abbassabile sulla linea dei difensori là dove ha iniziato la partita di Monza – può rappresentare una soluzione spendibile, all’occorrenza. Si torna al punto d’origine: un centrocampista serve, ma un trequartista è necessario.
E a servire è altresì un difensore, allo stato dell’arte: Izzo è fuori dal progetto, e a meno di ripensamenti in qualche modo da oggi a giovedì dovrà lasciare il Toro. Difficile questa volta pensare a un nuovo cambio di rotta, a una ripartenza nel rapporto tra Juric e il difensore. Meglio per le varie parti in causa procedere con la separazione: a quel punto – variabile Adopo a parte – andrebbe preso un sesto centrale. Con Cistana del Brescia che resta sempre un giocatore ambito. Per chiudere quattro colpi Vagnati dovrebbe annunciarne uno al giorno: possibile considerati gli ultimi mercati, per quanto già tre cessioni su quattro (Zaza, Verdi e Izzo) e un paio di arrivi (un centrale o un centrocampista e il trequartista) renderebbero adeguata e priva di zovorra la rosa di Juric.