Se il meteo su Brekalo registra bufera, per quanto riguarda gli altri trequartisti in rosa non si può parlare di giornate soleggiate. La situazione è assai complicata, in questa fase. Anche per le difficoltà al capitolo Praet. Il belga è ritenuto un tassello fondamentale per il prossimo Toro, da quel Juric che spesso ne ha delineato le peculiarità comprensibilmente ritenute uniche. Se non è impossibile reperire “un Brekalo”, ben più complesso sarebbe provvedere alla sostituzione del calciatore di proprietà del Leicester. Società che può accontentare la dirigenza granata in relazione alla formula – rinnovando il prestito ma inserendo un obbligo di riscatto – però almeno fin qui non ai tempi. La disponibilità del club inglese nei confronti del Torino è infatti subordianata alla possibilità di trovare un potenziale acquirente disposto a rilevarne fin dall’estate il cartellino. Il problema, a questo punto, è quando il Leicester riterrà chiusa la ricerca di suddetto potenziale acquirente così da concedere il via libera alla restituzione di Praet al Toro. Che, va ricordato, fu consegnato a Juric il 31 agosto scorso.
Il suo inserimento avvenne a campionato iniziato, tanto che il suo esordio si concretizzò alla terza giornata (dalla quinta all’ottava subì un infortunio muscolare, magari anche figlio di una preparazione non ideale, vissuta nell’attesa di un trasferimento). Una situazione che il tecnico croato vuole escludere si ripeta. Il meglio sarebbe che la trattativa si chiudesse per l’inizio del ritiro che sarà anticipato ai primi di luglio, magari Juric potrà aspettare qualche giorno in più, ma se si dovesse ipotizzare uno scollinamento nel mese di agosto ecco che a quel punto l’allenatore potrebbe chiedere di abbandonare la pista e rivolgersi altrove. Ribadito però che non è facile trovare, a prezzi ragionevoli, un calciatore con le peculiarità tecnico-tattiche di Praet. Per il quale il Toro, a scanso di equivoci, non ha intenzione di versare i 15 milioni attraverso i quali potrebbe esercitare il diritto di riscatto.
E si arriva a Pjaca: il croato ha un diritto decisamente più basso e che si aggira attorno ai 6 milioni, ma anche qui non c’è la volontà del riscatto. A spaventare non è la spesa, ma le condizioni fisiche dell’esterno offensivo che ne condizionano il rendimento. Ha confermato di possedere qualità, ma le ha pure messe al servizio della squadra a intermittenza, per non dire di rado: il suo ultimo gol risale all’anno scorso, al 2 dicembre 2021 quando contro l’Empoli segnò il temporaneo 2-0 per i granata (poi recuperati dalle reti di Romagnoli e La Mantia). Tendenzialmente Pjaca rientrerà alla Juve per non fare ritorno al Filadelfia, a meno che il quadro dovesse complicarsi al punto da indurre il Toro a seguire il piano B (o C): in tal caso potrebbe essere chiesto il rinnovo del prestito dell’attaccante, ai bianconeri. Tra gli esterni rimasti in rosa rimane Demba Seck, prelevato a gennaio dalla Spal. La scelta migliore è mandarlo in prestito dove possa giocare con continuità, ma se tutti assieme fossero persi Brekalo, Praet e Pjaca ecco che il senegalese vedrebbe ovviamente salire di molto le possibilità di una conferma.
Questo sarebbe lo sviluppo peggiore, ma anche nella migliore delle ipotesi è assai probabile che Vagnati debba almeno reperire dal mercato un elemento, per completare un reparto particolarmente delicato, considerata la proposta di gioco del tecnico. Il quale fin dal ritiro scorso aveva battuto il tasto sull’importanza di avere quattro trequartisti/attaccanti esterni. Intercambiabili considerato il dispendio di energie cui sono chiamati nell’arco di una partita. In tal senso sono partiti i primi sondaggi, in vero assai convinti, per Gabriel Strefezza, assoluto protagonista della cavalcata del Lecce con 14 reti e 6 assist in 35 presenze e calciatore ben conosciuto dal dt ai comuni tempi della Spal. Trasferitosi in Salento per circa mezzo milione di euro – appunto versato ai ferraresi – adesso è valutato dai giallorossi tra i 6 e i 7 milioni. Questa la richesta, leggermente più basso il possibile punto di equilibrio che si può trovare attorno a 5 milioni di euro, per il brasiliano di passaporto italiano.