TORINO – Igor Tudor non è riuscito a sgambettare per la seconda in stagione la sua ex squadra. Il tecnico del Verona, nella sfida dell’Allianz Stadium, è stato costretto a cedere il passo alla Juventus: “Abbiamo fato una buona gara – sottolinea in ogni caso ai microfoni di Dazn – ma per fare punti non basta. Serviva una grande prestazione ed un momento più opaco della Juve, che invece è in grande forma. I gol sono nati da due sbagli nostri, e poi c’è da dire che siamo mancati davanti: non abbiamo fatto la differenza nonostante fossimo messi molto bene in campo. Siamo abituati a portare tanti giocatori nella trequarti avversaria, ma la Juve dietro oggi era tosta e decisa a non prendere gol“. La sconfitta, ad ogni modo, non modifica la filosofia di lavoro in casa gialloblù: “Questo gioco è frutto dell’esperienza maturata nel corso degli anni – spiega Tudor – e dal confronto con Ivan Juric ho capito che il percorso che aveva iniziato lui qui era giusto. Lo sento mio adesso, e credo sia la cosa più importante, perché se non sei tu il primo a credere in un determinato sistema di gioco non puoi trasmettere le idee ai giocatori. Con un diverso tipo di calcio, con la zona invece che i duelli individuali magari, sono convintissimo che non arriverebbero gli stessi risultati, che si peggiorerebbe di un buon 30%. Io voglio dare un’impronta forte, fare in modo che i ragazzi sentano loro il modo di giocare che proponiamo. L’unico nostro problema, adesso, è che i nuovi hanno bisogno di tempo per abituarsi a questo tipo di gioco“. Problema a cui, invece, non è andato incontro Dusan Vlahovic, in gol all’esordio in bianconero: “Lui non dà solo qualità – assicura il tecnico croato – ma anche personalità: la Juve, rispetto all’anno scorso, è cambiata anche sotto questo punto di vista“.
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