TORINO – Ore d’ansia al Brescia dopo il maxi-sequestro di 59 milioni ai danni del presidente e proprietario Massimo Cellino per presunti reati fiscali. Al di là del fatto che venga nominato o meno al suo posto un amministratore giudiziario che curi la gestione della società, sulle sorti della squadra si addensano nuvoloni. Cellino sta per compiere 5 anni alla guida del Brescia, ha sempre gestito il club con oculatezza e i conti sono in ordine. Però, dopo una botta simile, non è facile immaginare un futuro roseo, con la squadra in grado di competere per il ritorno in Serie A. Nelle ultime due stagioni di B il Brescia ha sempre conquistato i playoff, uscendo contro il Cittadella al turno preliminare nel 2021 (con l’attuale tecnico Clotet in panchina), eliminato in semifinale dal Monza la scorsa primavera (con la guida di Corini, subentrato a Inzaghi dopo un discutibile esonero). Difficile, con una situazione societaria simile, riuscire a ripetersi o fare meglio, visto anche l’aumento della concorrenza e un campionato che si annuncia ancor più incerto dell’ultimo, che già era stato equilibratissimo.
Entrate e uscite
Prima del maxi sequestro, Cellino, che ha richiamato Perinetti come ds, aveva chiuso alcune operazioni non particolarmente eclatanti: dalla cessione del portiere Joronen al Venezia, sono arrivati il pari ruolo Lezzerini e l’ala destra Galazzi che aveva discreti numeri in C; in mezzo è giunto Garofalo, svincolato ex Foggia; davanti, si scommette sull’olandese Niemeijer, altro svincolato, stavolta pescato nella B olandese; in più, dopo il prestito semestrale al Cosenza, è stato rimesso sotto contratto Ndoj. Un po’ poco per competere con le corazzate della B e ora quel poco, vista la situazione delicata, rischia di diventare il tutto. Per non parlare dei possibili pesanti addii. Prima del maxi sequestro, Cellino giurava che il difensore Cistana, gioiello del Brescia inseguito dalla A, mai sarebbe stato ceduto. Da ieri in città non si scommette più sulla sua permanenza. E fra le rondinelle, la squadra col più alto numero di partecipazioni alla B (64 volte), s’inizia a pensare che, dopo una bufera simile, già non sarebbe male riuscire a non perdere la categoria. Intanto, con un post sui social, Cellino si difende così: «Mi mortifica dovermi difendere da queste infamanti accuse. Chiedo ai bresciani di abbonarsi e farmi e farci sentire la loro vicinanza. L’aiuto ed il sostegno della Città è determinante».