GENOVA– Comincia la risalita per Johannes Spors e i suoi collaborator per riportare il Genoa subito in A. La realtà è molto più complessa e risponde al nome di «player trading» cioè quella consuetudine di acquistare e vendere giocatori in maniera quasi compulsiva da parte dei presidenti degli anni passati, sperando di incocciare in qualche campione o comunque in transazioni che portassero plusvalenze. Una situazione che ha portato al fallimento del Parma e che ha fatto rischiare lo stesso Genoa di Enrico Preziosi. Una situazione che la nuova proprietà ha ereditato oltre a un rosso di 42 milioni tanto che 777 Partners ha già immesso nelle casse del club 48 milioni di euro. Ma quello che spicca è il numero di giocatori di proprietà, 81 con gli acquisti di gennaio. Il tutto per un costo del lavoro pari a 77,8 milioni di euro. La caduta in B, con limitazioni alle rose e agli stessi prestiti ha fatto sì che quella di Spors e dei suoi sia diventata una corsa contro il tempo perché, oltre a dover cedere, c’è comunque una squadra da costruire che sappia affrontare da protagonista la B. Gli uomini mercato del Genoa devono riuscire a limare il più possibile l’elenco dei giocatori di proprietà, scegliere quali giovani far crescere ancora in prestito, quali invece lasciar andare e quali tra giovani e meno giovani in prestito far visionare al tecnico Blessin. Alcuni peraltro con contratti pesantissimi, come Felipe Caicedo che oltre ad essere stato pagato alla Lazio due milioni di euro ha un contratto di 2,3 milioni di euro per altri due anni. Sono 32 i giocatori in prestito che torneranno alla base, quasi tutti da piazzare, anche se 15 sono Under 21 e dunque non andranno a incidere sulle eventuali liste e sul numero di prestiti massimi.
in Serie B