TORINO – Il campionato del Genoa, in zona Serie A a -2 dal Frosinone primo, è sostanzialmente in linea con le attese dell’estate, anche se la proprietà della 777 Partners, periodicamente, non manca di ricordare alla squadra e all’allenatore Blessin che l’organico è il più forte della B e che dunque la categoria va vinta e basta, non c’è neanche da discuterne. Tuttavia, c’è un dato sul cammino della squadra di Blessin che inizia a farsi preoccupante: il rendimento interno. Il Genoa è in alto soprattuto per quanto hanno ottenuto i rossoblù in trasferta dove hanno vinto 5 partite (a Venezia, a Pisa, a Ferrara in casa della Spal, a Cosenza e a Terni) e perso solo a Palermo. Ma a Marassi, il piatto piange. E la cosa fa ancora più notizia se si pensa a quanto le fortune del Genoa siano da sempre legate all’urlo del Ferraris e in particolare della mitica Gradinata Nord, una delle più belle d’Italia. Basti ricordare quella storica partita del Genoa, ai tempi della A, in casa con la Roma: primo tempo 0-3 per i giallorossi, secondo tempo, col Genoa che attaccava sotto la Nord, partita ribaltata sul 4-3 grazie alla spinta della tana del tifo rossoblù più caldo. Nonostante la B, il Ferraris è sempre quasi pieno, le presenze medie a Marassi superano i 25mila spettatori, numeri inferiori solo a quelli del Bari e l’apporto del popolo rossoblù resta unico. Eppure, finora, pur non perdendo mai, in casa il Genoa ha raccolto la miseria di 7 punti. Perché in fatto di vittorie interne, la squadra di Blessin è ferma al successo per 1-0 sul Modena della 6ª giornata. In tutte le altre uscite, soltanto pareggi: 0-0 con Benevento e Cagliari, 3-3 col Parma, fino all’1-1 col Brescia di sabato scorso. Un dato che inizia a farsi preoccupante, non s’è mai vista una squadra salire in A con numeri casalinghi così bassi. E non è detto che si riesca sempre a compensarli con un formidabile rendimento esterno. In tal senso, il test di lunedì sera in casa della Reggina, in un Granillo che si annuncia infuocato, potrebbe essere uno dei più probanti dell’intera stagione. Comunque vada a Reggio Calabria, poi bisognerà dare una sistemata alle uscite genovesi. Che prevedono, da qui alla fine del girone d’andata, gare contro Como, Cittadella, Sudtirol, fino a quella col Frosinone del 18 dicembre, e chissà per quella data come sarà messa l’attuale capolista ciociara. Quello che più preoccupa, è una certa sterilità dell’attacco. Se la difesa, con soli 8 gol subiti, è seconda solo a quella del Frosinone (7), l’attacco, con 14 gol segnati, dice che il Genoa finora ne ha fatti meno di squadre come Modena, Pisa e Spal, non certo prime forze. Col Brescia, il pari dei lombardi è arrivato nel finale perché il Genoa, già prima di trovarsi in 10 per il rosso a Badelj, non riusciva a chiudere la partita. Più in generale, la squadra di Blessin soltanto a Ferrara con la Spal è stata capace di vincere con 2 reti di scarto. Perché il Genoa non basa le sue fortune sulla brillantezza offensiva ma su una quadratura di fondo della squadra, “tedesca” come Blessin, a cui è un’impresa fare gol. Però, il mezzo flop col Brescia, una buona notizia l’ha portata: in porta ha giocato il croato Semper perché lo spagnolo Martinez lamentava un problema alla spalla. Per alcuni è stato il migliore dei rossoblù, e non a torto: senza la sua paratona pochi attimi prima che il Genoa passasse in vantaggio con Jagiello, sarebbe stata tutta un’altra storia. Considerato che Martinez finora aveva fatto (a malapena) il suo, con diverse sbavature ma per fortuna del Genoa perlopiù ininfluenti, sarebbe il caso di formalizzare il cambio fra i pali perché Semper in B ha sempre fatto (col Chievo) fior di campionati, con tante parate che portavano punti. E farlo ammuffire in panchina, a 24 anni, che è anche l’età di Martinez, quella in cui si vede quanto vale un portiere, assomiglierebbe a un delitto.
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Genoa, quando incanti a Marassi?
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