TORINO – A sorpresa, il Frosinone di Fabio Grosso guida la Serie B, con 4 punti di vantaggio sulla terza, vantaggio costruito vincendo le ultime quattro partite. Per carità, non siamo neanche a un terzo di stagione, non si possono tirare ora le somme già ora. Ma vediamo perché il club ciociaro potrebbe farcela a salire in A, come già gli successe nel 2015 e 2018. Innanzitutto per il valore della rosa, sottovalutato in estate. Il dg Angelozzi ha fatto un gran lavoro, creando un bel mix fra giovani ed elementi esperti, dando però priorità alla linea verde, visto che la squadra ha un’età media di 24 anni e non ha neanche riempito tutta la lista degli Over 23, dando appunto precedenza a giovani interessanti (Kone, Moro, Mulattieri, Borrelli, Turati, Ciervo…) che dopo ogni giornata somigliano sempre di più a quelli che nella passata stagione fecero la fortuna della Cremonese portandola in A. Altri dati fanno pensare che il Frosinone abbia veramente una marcia in più rispetto a una diretta concorrenza che in questo momento deve fare i conti con problemi assortiti, altro vantaggio di cui potrebbe godere il club ciociaro. In casa, il Frosinone ha sempre vinto e non ha ancora subito un gol, tant’è che ha anche la miglior difesa della B (7 gol al passivo). Ma in generale, la squadra non è mai stata messa sotto da nessuno e anzi, se si vanno a vedere le 3 sconfitte subite in trasferta (ancora a zero la voce pareggi), per ognuna ci sarebbe molto da ridire per come maturarono. Ma quel che più stupisce è come si sia trovata fin da subito l’amalgama , considerato che la squadra è stata totalmente rifondata in estate e gli elementi della passata stagione che partono ancora titolari non sono più di 2-3 a partita. E qui bisogna dare atto al lavoro egregio fatto da Grosso. L’eroe del Mondiale 2006, spesso è stato discusso come tecnico ma non c’è dubbio che ora stia realizzando la stagione più importante della carriera. Rispetto alla passata annata, chiusa coi playoff sfumati all’ultima giornata, la squadra è più sul pezzo. Però, a ben vedere, nel maggio scorso, il piazzamento agli spareggi promozione non sfumò all’epilogo del campionato nel ko interno col Pisa. Ma prima, quando il Frosinone cedeva punti preziosi contro le ultime della classe. Anche sotto questo aspetto, pare di scorgere una crescita evidente, almeno a giudicare dall’ultima vittoria, sabato a Cosenza. Emblematico come i ciociari arrivino al gol vittoria, ribaltando la partita dopo lo svantaggio iniziale, nato peraltro da una propria sbavatura. L’1-2 finale firmato da Mulattieri arriva dopo oltre due minuti di gioco in cui il Frosinone schiaccia gli avversari, manovra quasi ininterrottamente, va due volte al tiro, prima di trovare lo spiraglio giusto del gol. In quei due minuti, il Frosinone ha mostrato di avere una gamba e un palleggio da categoria superiore che ha annichilito il Cosenza. E attenzione, perché il divario con le inseguitrici potrebbe anche aumentare. Fino a due giornate fa, le prime sette della classifica erano divise da appena 3 punti, ora il gap è raddoppiato, come se fossimo alle prove tecniche di fuga verso la A. Anche perché il calendario, per il prossimo turno, teoricamente concede un assist mica da poco: sabato il Frosinone riceve il Perugia ultimo, occasione da cogliere al volo perché le possibilità di aumentare il vantaggio sulla concorrenza sono alte. Il Genoa, secondo a -2, lunedì sera sarà di scena in casa della Reggina, quarta a -5: dunque, battendo il Perugia, almeno una delle due rivali più temibili perderà altro terreno. La Ternana, terza a -4, ha una partita da maneggiare con cura, al Liberati arriva la Spal, rilanciata dall’arrivo di De Rossi in panchina. Il Bari, quinto a -5, va in casa di un Benevento che non può più sbagliare partite. E il Parma, che ha lo stesso distacco dei pugliesi, va a Palermo, in casa di una squadra che potrebbe aver svoltato dopo la vittoria di Modena. L’occasione insomma, è ghiottissima, a patto che il Frosinone si ricordi di come il Perugia, due turni fa sia stato capace di vincere in inferiorità numerica in casa della Reggina. Ma il club di patron Stirpe, ha ancora un altro importante vantaggio sule rivali più accreditate: gioca con la mente sgombra perché non è obbligato ad andare in A, la squadra era stata costruita per un campionato tranquillo e a quello era quotata in estate. Il peso del pronostico è tutto sulle spalle della concorrenza, visto che il podio delle favorite ad agosto diceva prima forza il Genoa, seconda il Cagliari, terza il Parma. E’ il bello della B italiana, uno dei campionati più imprevedibili al mondo che non smetterà mai di stupirci.
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