Il sogno del Benfica è di unire il campionato portoghese a quello spagnolo e fondare un’unica Liga Ibérica. Difficile che ciò avvenga, sebbene il club lusitano si accontenterebbe anche di ripetere ogni anno la brillante campagna europea. Gli ottimi risultati ottenuti dalla squadra allenata da Roger Schmidt tuttavia sono sporcati da una macchia, inizialmente piccola, che sta diventando sempre più grande. Quando sostituì Luis Filipe Vieira sulla poltrona di presidente, Manuel Rui Costa era cosciente che sarebbe stato costretto a difendere l’onore del Benfica non solo sui terreni di gioco, ma anche in tribunale. L’ex numero uno biancorosso, allontanata nel 2021, dopo 18 anni di presidenza, è stato, infatti, arrestato assieme al figlio con l’accusa di svariati delitti fiscali e di riciclaggio per un ammontare superiore ai 100 milioni di euro. L’ultima novità su questo fronte è di pochi giorni fa, quando i media portoghesi hanno rivelato che sotto la lente dei pm è finita una presunta frode fiscale di 1,6 milioni per alcuni pagamenti fittizi a un’azienda esterna che, poi, avrebbe restituito i soldi a Vieira in contanti. L’obiettivo ultimo, insomma, era quello di sottrarre denaro al club.
Benfica, i casi aperti
Quello denominato dagli inquirenti “Sacco azzurro” è soltanto uno dei tanti casi aperti dal Benfica con la giustizia ordinaria. Tuttavia, anche sul fronte sportivo, l’ex presidente Vieira non si è fatto mancare nulla. A finire per ultimo in prima pagina è stato, poche settimane fa, il presunto caso di combine, grazie al quale gli ‘Encarnados’ riuscirono a conquistare la qualificazione ai preliminari di Champions nell’ultima giornata del 2017-2018. A decidere a favore dei biancorossi contro la Moreirense fu, infatti, un rigore concesso per fallo di mano di Alfa Semedo. A far insospettire gli inquirenti è stato non solo il fatto che il difensore portoghese fosse cresciuto nelle giovanili del Benfica, ma anche che, 46 giorni dopo, Semedo tornò a casa per 2,5 milioni di euro, in un’operazione che i pm considerano direttamente relazionata al favore ricevuto sul campo. Se le accuse dovessero portare a una condanna, oltre alla sanzione penale, il Benfica ne riceverebbe anche una sportiva che andrebbe da qualche punto di penalizzazione alla retrocessione. Per non parlare della possibilità che intervenga l’Uefa ampliando la squalifica alle competizioni europee.