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Psg-Milan, Luis Enrique in conferenza: “Questo è il girone della morte”

“Girone della morte”, “tornado”. Il lessico usato da Luis Enrique nella conferenza della vigilia di Paris Saint Germain-Milan rende bene l’idea della difficoltà del gruppo F di Champions League, uno dei più equilibrati e complicati di sempre che comprende anche Borussia Dortmund e Newcastle. Tutte con le stesse chance di qualificarsi. 

“Le qualificate si decideranno all’ultima giornata”

L’ex allenatore di Roma e Barcellona non usa mezzi termini: “ll Milan è una grande squadra, abituata a giocare per vincere in grandi competizioni. Hanno un grande allenatore, stanno benissimo, sono bravi sia con il pallone che con il pressing .Non a caao il nostro gruppo è chiamato “gruppo della morte”, tutte le squadre possono passare”. Luis Enrique non crede che il doppio confronto consecutivo con i rossoneri possa essere già decisivo: “Per noi è una grande opportunità. Questo doppio confronto è come una sfida a eliminazione diretta. Non credo però che sapremo chi si qualificherà fino all’ultima giornata”. Dal punto di vista tattico il mister del Psg teme la variabilità dei rossoneri, anche se si tiene stretti i suoi giocatori: “Per vincere dobbiamo attaccare più dell’avversario, ma dobbiamo anche saper difendere. Sono ottimista. Possiamo sempre migliorare, ma noto che i nostri tifosi apprezzano quando vedono il recupero alto, il nostro coraggio, dobbiamo sempre essere in grado di giocare così tutta la partita. Chi prenderei del Milan? Nessuno! Sono giocatori del Milan e non del Psg. Loro sanno anche cambiare rispetto al 4-3-3, come hanno fatto con il Tottenham la scorsa stagione”.


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“Donnarumma ottimo giocatore ed essere umano”

Luis Enrique ha spezzato una lancia anche per Donnarumma, uno dei protagonisti della partita più attesi per i suoi anni al Milan e l’addio non accettato dai tifosi rossoneri: “Prima di arrivare al Psg sapevo che Donnarumma era un giocatore di livello mondiale, ma tutti abbiamomargini di miglioramento e lui anche può migliorare. Oltre che un ottimo giocatore è anche un grande essere umano e non è sempre così“. A chi invece gli chiede se il suo Mbappé possa vincere il Pallone d’Oro nonostante la concorrenza di Haaland e Messi: “Non lo so”, ha risposto sbuffando.


Fonte: http://sport.sky.it/rss/sport_calcio_champions-league.xml

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