Un quarto d’ora, l’ultimo della gara di sabato a Mönchengladbach contro il Borussia, per testare l’ormai pieno recupero dopo la botta che l’aveva costretto a uscire col Leverkusen il 26 febbraio. Ritsu Doan, 24enne ala giapponese del Friburgo, è pronto per l’eurosfida di giovedì all’Allianz Stadium. È lui, il samurai, l’asso della squadra tedesca: l’uomo in grado di accendere l’attacco grazie ai suoi guizzi improvvisi, le giocate di fantasia, il sinistro diabolico. Il più dotato tecnicamente. Una specie di Dybala nipponico anche se i media giapponesi, a maggior ragione dopo l’ultimo Mondiale in Qatar, hanno insistito con un paragone troppo ingombrante: è il Messi del Sol Levante…
D’altronde tre mesi fa a Doha il ragazzo nato a Amagasaki (una ventina di minuti d’auto da Osaka) ha fatto mirabilia trascinando il Giappone alla fase a eliminazione diretta dove i “Samurai Blu” si sono arresi solo nella roulette dei rigori alla Croazia che aveva chiuso in svantaggio il primo tempo. In Qatar gli uomini del ct Moriyasu si sono lasciati alle spalle nella classifica nel Gruppo E le corazzate Spagna e Germania, entrambe clamorosamente sconfitte 2-1. E Doan, il talismano, ci ha sempre messo lo zampino: gol del momentaneo 1-1 contro i tedeschi e di nuovo rete del provvisorio 1-1 con gli iberici. La stampa dello Stato insulare nel Pacifico lo ha gratificato con un eloquente vocabolo: eroe. E c’è anche chi lo ha soprannominato “The Equalizer” (letteralmente l’equalizzatore, l’equilibratore) come il titolo di un noto film d’azione con protagonista il doppio Premio Oscar, Denzel Washington.