La via verso la finale di Budapest è lastricata di… gol. Se il rapporto tra tiri e reti in Serie A è dell’11%, raddoppia nelle notti d’Europa League, quando l’attacco della Juve si esalta. A Lisbona tornerà titolare Di Maria, che in Portogallo ha vinto il campionato col Benfica nel 2010. In questa stagione l’argentino è micidiale nelle coppe europee: in 7 presenze 4 gol e 3 assist. Mentre a Friburgo è stato Vlahovic a sbloccare la partita, esultando come in Serie A non riesce a fare dal 7 febbraio, quando segnò una doppietta alla Salernitana. Mentre Chiesa in campionato ha gioito l’ultima volta 15 mesi fa contro il Napoli, ma dopo l’infortunio ha giocato appena 439 minuti in A. Gliene sono bastati 223 in Europa per essere protagonista contro il Nantes – clamorosa la combo traversa-palo all’andata – e contro il Friburgo al ritorno per un gol voluto con tenacia. Ora punta a una maglia da titolare. Allegri può scegliere il tridente come all’andata, con uno tra Milik e Vlahovic insieme a Di Maria.
Sporting, il problema è l’attacco
L’attacco è invece un problema per lo Sporting, che ad aprile ha avuto una percentuale realizzativa dell’8%. Nelle ultime due partite su 41 tiri appena 1 gol su rigore. Ad Amorim manca un bomber. Paulinho è ancora ko e davanti potrebbe affidarsi di nuovo al 18enne Chermiti, bravo ma acerbo. Pedro Goncalves resta l’uomo più pericoloso. La Juve dovrà guardarlo a vista e per non soffrire confermarsi senza pietà sotto porta.
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