Può piacere o meno il calcio proposto da Mourinho negli ultimi vent’anni ma sul fatto che la sua carriera sia intrisa di mentalità vincente non può esserci il minimo dubbio. È sempre stato, l’allenatore portoghese, in grado di costruire gruppi forti mentalmente e caratterialmente. Gruppi di uomini pervasi da fortissimo senso di appartenenza, buona da andare oltre i propri limiti. Per questo fa notizia lo sfogo nel post partita col Servette, con le accuse di superficialità a parte della squadra. Parole forti, provocazioni mirate con l’obiettivo di causare una scossa. Perché se al terzo anno di convivenza, questo gruppo di calciatori è ancora vittima di cali di tensione, allora il problema si fa serio.
Sfogo Mou, analisi e interpretazione
È Mourinho che non riesce a entrare nella testa del gruppo? O il gruppo non è in grado di scavalcare una pericolosa comfort zone? Il campo darà risposta ma c’è fretta, tanta fretta. Il calendario della Roma diventa difficile da qui a fine girone d’andata. Tra le altre arriveranno le sfide con Fiorentina, Bologna, Napoli, Juve e Atalanta. Partite che se affrontate con la superficialità denunciata da Mourinho, condanneranno la Roma a non competere per un posto nella prossima ricchissima e prestigiosa edizione della Champions.
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