Nato al Quadraro, “battezzato” da Schiaffino, cervello della Nazionale prima e allenatore brillante poi, cult al cinema grazie a Lino Banfi. E se nel 1982 non avessero annullato quel gol a Graziani…
Nella Nazionale di Rivera e Mazzola, l’unico insostituibile era Giancarlo De Sisti. Era lui l’architrave della squadra, l’uomo che cuciva e ricuciva il gioco, colui che di un filo ingarbugliato sapeva ricavarne una trama. Nel giornalismo di un tempo sarebbe stato il migliore dei caporedattori che al desk confezionano il giornale. Sapeva leggere le partite come pochi, ne indovinava lo sviluppo, cogliendone – prima di altri – il ritmo. Nel calcio di oggi sarebbe uno straordinario mediano davanti alla difesa, un play di carattere e personalità, 169 centimetri di fil di ferro e acume tattico, scontornati in una figura esile ma mai arrendevole, tutt’altro.