Bjelanovic, che idea si è fatto sul Torino?
«Sta andando bene in campionato, ma ho l’impressione che in alcuni momenti sia mancato qualcosa per fare un ulteriore salto di qualità. Non so quali siano realmente le aspettative della società, ma credo che per la qualità della rosa la posizione occupata al momento in classifica sia quella giusta».
Quanto è importante, in questo senso, la presenza di Juric?
«Negli ultimi due anni ha fatto un lavoro straordinario che ha permesso alla squadra di consolidarsi. Ivan è un allenatore che in campo dimostra la bontà del suo calcio, fatto di fisicità e intensità. Può essere un punto di riferimento per i più giovani».
Lo ha sentito recentemente?
«Abbiamo parlato qualche mese fa, perché in estate potevamo prendere in prestito un giovane del Torino, Matthew Garbett, però poi la trattativa non è andata in porto. In generale, stimo molto Juric come allenatore e mi piace la sua disponibilità nel confrontarsi».
Da un croato all’altro, Vlasic deve ancora trovare il suo equilibrio.
«Lo conosco bene per averlo avuto come giocatore all’Hajduk Spalato quando ero assistente del direttore sportivo. Di lui si parla benissimo da tanti anni: il merito è anche degli sforzi del padre che gli ha insegnato la cultura del lavoro. Per me è una macchina da guerra».
A fine stagione il Torino potrà riscattarlo. Si augura e ritiene giusto che rimanga in granata?
«Direi di sì, anche perché a 25 anni può già vantare tanta esperienza internazionale. Il Toro può essere il suo habitat ancora per tanti anni. Il gioco di Juric, poi, si adatta perfettamente alle sue caratteristiche».
In avanti, invece, Sanabria e Pellegri faticano a segnare. Cosa incide in questi momenti?
«Personalmente, nell’esperienza a Torino ho vissuto per la prima volta la pressione di una piazza importante. Sanabria e Pellegri devono essere molto bravi a non mollare, continuando a lavorare. Il gioco del Toro implica un enorme dispendio di energie, ma bisogna sempre farsi trovare pronti. Vedrete che un episodio permetterà loro di sbloccarsi».
Parliamo di lei, ci racconta la nuova avventura all’Istra?
«È la mia seconda esperienza da direttore sportivo dopo 4 anni all’Hajduk. Mi trovo bene e sono felice di quello che sto facendo. Cerco di sfruttare le mie conoscenze per crescere ulteriormente. Quest’anno siamo a metà classifica e pensiamo a raggiungere la salvezza: poi si vedrà».
Ha qualche giocatore da sponsorizzare al suo amico Juric?
«Nei mesi scorsi avevamo parlato di Mauro Perkovic, difensore del 2003 che poteva interessare. Avevo sentito Vagnati, che conosco da anni, e i suoi collaboratori sono venuti a vederlo. Il mercato da noi è ancora aperto e la Dinamo Zagabria è molto interessata».
In generale, nel campionato croato ci sono giocatori pronti per la Serie A?
«Faccio alcuni nomi: da noi c’è Mateo Lisica, un classe 2003 che sta recuperando da un infortunio muscolare e può fare l’esterno di centrocampo. All’Hajduk c’è Rokas Pukstas, mezzala americana del 2004 che ha grandissimo potenziale. Martin Baturina, invece, è un 2003 della Dinamo Zagabria, mentre il coetaneo Matjia Frigan gioca da attaccante nel Rjieka. Spesso i club italiani non hanno il coraggio di investire sui giovani del nostro campionato, con il rischio di acquistarli dopo anni pagandoli molto di più».
Chiudiamo con un pronostico: il Torino riuscirà a qualificarsi alle coppe europee?
«Io mi auguro di sì, vista la classifica. Sarebbe importante per Juric e i tifosi conquistare un posto in Conference League. E, se anche noi riuscissimo a centrare la qualificazione, sarebbe bello ritrovarsi agli spareggi».