Dall’archistar nerazzurro allo scrittore tifoso bianconero, sono tutti d’accordo: “Che bravi gli azzurri, hanno davvero meritato questo trionfo”
30 aprile
– Milano
Sarà uno scudetto meritato, straordinario, per una città di cui è difficile non innamorarsi. Sono legato da antica amicizia a Luciano Spalletti, che ha casa al Bosco Verticale: è un uomo limpido e trasparente. Con lui si discute di tutto, non solo di calcio: parliamo anche di architettura e di piante, una sua passione. Non mi stupisce questo suo successo, a Milano è arrivato in un momento difficile, ma ha creato le fondamenta per i successori. Ha avuto grandi intuizioni, come quella di Brozovic regista. Napoli, poi, è un luogo eccezionale, di grande attese e di esplosioni di vita: ci voleva proprio uno come lui per trionfare. Il suo è sempre un apporto maieutico, da maestro, da costruttore di sogni. Rispetto ai miei interisti, i suoi ragazzi napoletani hanno avuto in campionato più “cazzimma”, intesa anche come voglia di metterla dentro. Il simbolo è lo strabiliante Kim: non pensavo si potesse trovare un difensore di questo livello, in un circuito secondario e a prezzi “normali”. E, personalmente, sarò sempre legato a questa città: a fine Anni 90 abbattemmo il muro che divideva piazza Municipio dalla Stazione Marittima. Mare e città si riabbracciavano dopo secoli. Da nerazzurro nostalgico e un po’ autolesionista, tiferò sempre anche la Roma di Mourinho, ma sono contento sia finita così. Se non deve essere Inter, allora meglio che sia Napoli.