La moda delle esibizioni delle italiane fuori dall’Europa inizia nel 1914 con il Toro di Pozzo in Sudamerica: una marcia trionfale tra i nostri immigrati. Poi il Genoa e le milanesi, l’omaggio a Mandela ma senza Gullit…
La tournée del secolo parte da Milano, dalla Scala della Musica. Ottobre 1920. Arturo Toscanini, il più grande direttore d’orchestra di tutti i tempi, porta i 97 uomini della neonata squadra strumentale scaligera in giro per il mondo. Il ritmo della tournée è infernale: 237 giorni, dal 23 ottobre 1920 al 16 giugno 1921. In totale 125 concerti, media di un concerto in meno di due giorni, in 68 città. Due traversate oceaniche, mal di mare a ondate. Toscanini, appassionato anche di alpinismo e di boxe (tifoso di Primo Carnera), offre ai suoi professori bottiglie di vin santo, regalate da Gabriele D’Annunzio. “Bevete, fanno bene anche contro la nausea”. Poi 24 mila chilometri in treno. La godibilissima storia è raccontata per la prima volta, con documenti e cronache d’epoca, da Mauro Balestrazzi nel libro ‘La tournée del secolo. Toscanini e la straordinaria rinascita dell’Orchestra della Scala’. Per 35 anni giornalista alla Gazzetta dello Sport, il nostro “Bal”, che scriveva di musica anche sulla “rosea”, svolge una straordinaria ricerca di archivio. Il libro è ricco di fotografie, locandine e giornali dell’epoca. Alcuni titoli della stampa americana: Toscanini è “genio”, “superlativo”, “superbo”, “great maestro”. Un trionfo.