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Cannavaro: “A Soccavo spiavo Diego. E l’ho comprato per i ragazzi del quartiere”

Il Pallone d’oro si racconta a Sportweek: dagli inizi al quartiere La Loggetta fino all’esordio col Napoli e alla scalata verso il grande calcio. Tra scherzi, aneddoti e un futuro da allenatore da scrivere

La notorietà di un personaggio è certificata anche dalla qualità delle telefonate ricevute. Fabio Cannavaro sta rispondendo a una domanda quando il suo cellulare vibra, lui spalanca gli occhi, sorpresi e divertiti, ed esclama: “Roberto Carlos!”. Interno giorno in un van fermo sulla rampa che dall’ingresso porta al campo da calcio e alle palazzine del “Paradiso”, Soccavo, periferia ovest di Napoli. Portiere spalancate nella speranza di un filo d’aria in una mattinata di inizio ottobre che sembra ancora estate. Non ci sarebbe altro posto dove sedersi, del resto.


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