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Come siamo arrivati dalla moviola al Var

Il 22 ottobre 1967, per la prima volta, venne utilizzato lo strumento tecnologico per analizzare un episodio calcistico: uno dei  momenti che hanno cambiato la storia del gioco 

Esiste un giorno preciso, una data che segna la perdita d’innocenza del calcio: domenica 22 ottobre 1967. Che cosa accadde quella sera, mentre gli italiani erano comodamente seduti davanti alla televisione a godersi la Domenica Sportiva? Quale invenzione sconvolse l’universo del pallone, e lo fece in modo tale che nulla sarebbe stato più mai uguale prima? Nacque la moviola. Anzi: la Moviola, con «m» maiuscola perchè anche il lessico deve rendere omaggio a quella che, negli anni a venire, è stata la vera e autentica dominatrice di ogni discussione, di ogni lite, di ogni provvedimento (giusto o sbagliato che fosse). Di moviola tutti ci siamo cibati, ci siamo ingozzati fino all’indigestione, l’abbiamo benedetta o maledetta, a seconda del verdetto che essa proponeva e senza mai soffermarci su un dettaglio che contiene, alla fine di ogni ragionamento, il senso di tutta questa storia: la moviola è uno strumento tecnologico, e da quella domenica abbiamo consegnato i nostri sogni, le nostre fantasie e le nostre speranze alla tecnologia. E in questo forse il calcio è stato anticipatore di ciò che sarebbe avvenuto in seguito all’interno dell’intera società, con la gente di ogni angolo del pianeta sempre più schiava di computer, smartphone, internet e altre diavolerie. Probabilmente non era questa l’intenzione di chi ha applicato la moviola al pallone, ma di sicuro questo è il risultato: un’assoluta dipendenza dallo strumento tecnologico in nome di una verità assoluta, che sappiamo non esistere e però ci illudiamo di trovarla in un fotogramma.


Fonte: http://www.gazzetta.it/rss/serie-a.xml


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