in

Coppe europee: respira, Juve. Sino a fine stagione l'Uefa resta alla finestra

Giorgio Marchetti, 63 anni, varesotto di Luino, lavora all’Uefa da diciannove anni ed è uno dei dirigenti più importanti di Nyon. Diciamo che sta un gradino sotto Ceferin: vicesegretario generale, direttore di tutte le competizioni Uefa per club e nazionali, direttore della parte sportiva (director of football) responsabile di questioni tecniche e sviluppo dei regolamenti, uomo dei sorteggi da quando Gianni Infantino è diventato presidente della Fifa. Marchetti parla di rado, ma quando lo fa, le sue parole pesano. Si capisce perché sia stata particolarmente significativa la mezz’ora concessa oggi ai microfoni della “Politica nel pallone”, storica trasmissione di Gr Rai Parlamento, condotta ogni lunedì da Emilio Mancuso e giunta alla puntata n.690. Dopo l’esplosione del caso Juve in relazione all’inchiesta Prisma della magistratura torinese e alla penalizzazione di 15 punti inflitta dalla Corte d’appello federale, c’è stato chi, in preda a giustizialismo un tanto al chilo, ha ipotizzato sanzioni immediate dell’Uefa a carico del club bianconero, ipotizzando addirittura un’immediata esclusione dalle coppe. Marchetti ha fugato le congetture più nere, attenendosi rigorosamente alla procedura di Nyon: “L’Uefa deve comportarsi nel rispetto dei regolamenti, ci sono ancora attività di indagine in corso. Aspettiamo di vedere la documentazione su tutti i dossier per capire se ci siano profili concernenti i regolamenti Uefa. La Juve verrà giudicata nello stesso modo in cui vengono giudicati tutti i club aderenti alla federcalcio europea. Poi dovrà decidere quale sarà il suo posizionamento in Europa”. Tradotto in soldoni e considerati i tempi della giustizia ordinaria e sportiva, il Collegio di Garanzia del Coni, l’udienza del 27 marzo davanti al Gup di Torino, la proroga di 40 giorni d’indagine, chiesta e ottenuta dal procuratore federale in materia di stipendi congelati, è presumibile che, almeno sino a fine stagione, l’Uefa resterà alla finestra.

Guarda la gallery

Juve, tra partite e appuntamenti fuori dal campo: il calendario completo fino a febbraio

No alla Superlega: esclude tutti a vantaggio di pochi

Nell’attesa, Marchetti ha ribadito il no secco alla Superlega e quel riferimento alla Juve che dovrà decidere quale sarà il suo posizionamento in Europa” è un messaggio molto poco subliminale: “Un tentativo di avvicinamento con Juve. Barcellona e Real, non dipende dall’Uefa che rappresenta gli interessi di tutti i club europei. Sta a quei tre decidere che cosa vogliono fare, ovvero se rientrare. L’Uefa non è un monolite che prende decisioni, decide di concerto con gli stakeholder, e i club sono i primi stakeholder. Noi pensiamo che la Superlega sia un pericolo, perché è un progetto che vuole escludere tutti a vantaggio di pochi. Viene presentato come un’iniziativa che vuole salvare il calcio, ma se è così, lo è per pochi. Qualunque format adotti, la sostanza non cambia”.


Fonte: http://www.tuttosport.com/rss/calcio/serie-a

Carrera: “Derby? Servirà una Juve… alla Conte!”

FINALE Verona-Fiorentina 0-3: Barak, Cabral e la perla di Biraghi affossano uno spento Hellas