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Da Meazza a Mancini, fino a Balotelli: il nostro esilio d'orato sul Bosforo

Peppin fu chiamato nel 1949 a insegnare calcio, ma durò poco. Poi Mancini, Montella, Balotelli, Pirlo e ora, forse, Zaniolo. Folta è la colonia italiana in Turchia…

Italiani di Turchia. Calcio con vista Bosforo, si prega di tenere a portata il biglietto di ritorno nella tasca dei pantaloni. A scanso di equivoci: il campionato turco è quasi sempre un piano B. Vedi alla voce Zaniolo. Si va in Turchia per prendere la rincorsa, per un passaggio tra un successo e un fallimento, per rimettersi in gioco, per giocare ancora. La Turchia rigenera, restituisce antica gloria, segna spesso un “prima” e un “dopo”. Dal dopoguerra a oggi una quindicina di italiani, tra calciatori e allenatori, si sono avventurati – come scrive Georges Simenon – “tra lo sfarzo e la miseria di Istanbul”, ma anche nelle altre città turche, in un campionato che non è mai stato élite, ma negli ultimi dieci anni si è offerto per un giro di giostra anche a svariati top player.


Fonte: http://www.gazzetta.it/rss/serie-a.xml


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