Fra campionato e Champions League, dall’inizio della stagione la Juve ha disputato 23 gare ufficiali. Angel Di Maria ha totalizzato 11 presenze, di cui solo 4 da titolare, per complessivi 311′ con un gol all’attivo. Il 18 dicembre scorso, a Doha, l’argentino è diventato campione del mondo in maglia Albiceleste. Con la minuziosa precisione che lo contraddistingue, Il sito transfermarkt ha messo in fila tutti i problemi che hanno assillato il trentaquattrenne di Rosario dall’inizio della sua prima annata torinese, accompagnando l’elenco con i giorni di indisponibilità e le partite che è stato costretto a saltare. La lista è impressionante e la dice lunga su quanto l’assenza dell’ex Psg abbia pesato sul rendimento iniziale della squadra di Allegri, sia in campionato sia in Champions League: 15 agosto, infortunio agli adduttori, 17 giorni di stop, 4 partite saltate; 1 settembre, ricaduta dell’infortunio agli adduttori, 11 giorni di stop, 3 partite saltate; 13 ottobre, infortunio al bicipite femorale, 21 giorni di stop, 5 partite saltate; 2 gennaio, problemi alla caviglia, 3 giorni di stop, 1 partita saltata; 6 gennaio, problemi al polpaccio, 1 giorno di stop, partita giocata comunque l’indomani per 66′.
E adesso?
Adesso che, incrociando le dita, Di Maria sta bene (“Si è allenato poco e ha accusato solo crampi”, ha spiegato Allegri motivandone la sostituzione durante la partita con l’Udinese), i tifosi bianconeri sperano in una partita del vero Di Maria, venerdì a Napoli, nel confronto diretto con la capolista. L’apporto del campione sudamericano può risultare decisivo nella seconda parte della stagione: dipenderà soprattutto da lui. Con la Juve e con gli juventini, Di Maria è in debito. È arrivato il momento di onorarlo.