“Ne ho combinate di tutti i colori”, amava dire. Indisponente a Firenze, riferimenti a Hitler, accuse ai compagni, dito medio ai tifosi, processi a sfondo sessuale. E un’autobiografia con uno strano capitolo su Matthaus…
Sex tanto, gol abbastanza e tabù infranti molti di più, del calciatore che riempì la sua carriera di eccessi dettati dall’arroganza, vizi e vuoti a perdere dovuti alla noia e idiozie in numero di mille, queste ultime addebitabili ad un carattere da bullo che lo consacrò – negli anni 90 – come il più irritante degli umani che tiravano calci ad un pallone. Era simpatico come un pitbull, seppe farsi detestare sia in Germania – dov’era nato – che in Italia, dove venne a giocare, con la maglia della Fiorentina. Si chiamava Stefan Effenberg.