TORINO – La beffa dell’andata, con il disastro del Var, è dimenticata: la Juventus si prende tre punti dominando a Salerno. E mostrando a tratti anche qualcosa di interessante a livello di gioco, pur insistendo sul 3-5-1-1.
Digiuno finito
In maglia bianconera Vlahovic non segnava fuori da Torino da aprile dell’anno scorso, ma in generale si sblocca dopo 115 giorni dalla rete nel derby, con un’esecuzione al limite della perfezione. Il rigore c’è, è un’ingenuità dell’ex juventino Nicolussi Caviglia che atterra un altro prodotto del vivaio, Miretti. Eppure fino a quel momento la squadra di Allegri – il tecnico per scaramanzia non ha guardato la trasformazione del penalty – non era riuscita a creare grandi pericoli dalle parti di Ochoa: solo un paio di buone giocate di Locatelli e di Rabiot (anche difensive) prima dell’episodio che cambia l’andamento della partita.
Assist in serbo
La Juve accelera per il raddoppio e lo trova, anche perché a quel punto la Salernitana perde fiducia e metri di campo. Scatenato Dusan, anche se l’assist per il compagno di club e Nazionale Kostic non è propriamente voluto e nemmeno cercato: ma tant’è, vale il 2-0. Che era quello che voleva Allegri: andare al riposo con un margine consistente e dopo un primo tempo convincente, anche a livello di gioco. Scatenato Dusan, che piazza la doppietta personale per il 3-0 su passaggio preciso di Fagioli: la partita della svolta.
Guaio Miretti
Paura per Miretti, che esce in barella a causa di una distorsione alla caviglia, da valutazione a caldo: arriveranno accertamenti strumentali nelle prossime ore per capire l’entità dell’infortunio, certo una cattiva notizia per Allegri in una serata, per il resto, molto positiva. E che può servire per ripartire.